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Effetto notte

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su Effetto notte

di port cros
10 stelle

"Effetto notte" è metacinema: un film sulla realizzazione di un film; il titolo si riferisce a una tecnica che permettere di rendere "notturna" una ripresa fatta di giorno, tramite all'inserimento di un filtro davanti all'obiettivo. Ma "Effetto notte" è anche e soprattutto una grande dichiarazione d'amore di Truffaut per l'arte cinematografica.  Si tratta ovviamente di un'opera che ha una forte componente autobiografica: non è certamente un caso che Truffaut abbia riservato a se stesso il ruolo del regista ("Che cos'è un regista? Un regista è uno a cui vengono fatte in continuazione domande").

 

Jacqueline Bisset, Jean-Pierre Léaud

Effetto notte (1973): Jacqueline Bisset, Jean-Pierre Léaud

Ambientato sul set del film "Vi presento Pamela" (la storia di una ragazza che fugge con il padre del marito), in corso di lavorazione negli studi cinematografici Victorine di Nizza, ci presenta la complessa opera di realizzione di una pellicola, apre interessanti finestre sugli espedienti tecnici usati su un set e ci racconta di come il regista debba affrontare tutti i mille problemi che sorgono durante la lavorazione e la ostacolano ("La lavorazione di un film somiglia al percorso di una diligenza nel Far West: all'inizio uno spera di fare un bel viaggio, poi comincia a domandarsi se arriverà a destinazione").

 

 

"Effetto notte" non ha una vera e propria trama, ma segue semplicemente il corso degli eventi durante le riprese di "Vi presento Pamela": le crisi di nervi degli attori, le pressioni dei produttori, le difficoltà tecniche, le vicende sentimentali che si intrecciano a quelle lavorative, i banali intoppi (il gatto che si rifiuta di bere il latte), gli imprevisti che mandano a monte tutto, persino la morte. 

"Effetto notte" è soprattutto l'intrecciarsi delle storie dei personaggi impegnati nella lavorazione, che compongono un ensemble corale, dove nessun personaggio è più importante degli altri: Alphonse (Jean-Pierre Leaud) l'attore insicuro e nevrotico che chiede a tutti se le donne sono delle maghe; Liliane (Dani) la segretaria di edizione di cui Alphonse è innamorato ma che lo pianta per uno stuntman; Alexandre (Jean-Pierre Aumont) l'attempato divo donnaiolo che ha ora una relazione con un uomo; Julie Baker (Jacqueline Bisset), la bellissima star protagonista femminile reduce da un esaurimento nervoso; il dottor Nelson  (David Markham) marito e sostegno morale di Julie; Joelle (Nathalie Baye) l'assistente del regista; Sevérine (Valentina Cortese) la diva invecchiata, smemorata e avvinazzata; Stacy (Alexandra Stewart) la cui gravidanza manda in crisi la produzione; il produttore Bertrand  (Jean Champion); l'attrezzista Bernard (Bernard Ménez); il regista Ferrand (Truffaut stesso) che deve mandare avanti il film nonostante tutto. Il film è tutto un intrecciarsi tra cinema e vita, tra finzione e realtà: le battute del personaggio di Pamela che risultavano scialbe verranno più efficamente sostuiute da quelle pronunciate nella realtà da Julie, anche se “I film sono più armoniosi della vita. Nei film non ci sono intasamenti, né vuoti, né tempi morti. I film avanzano come treni nella notte”. 

E come un treno nella notte avanza questo film, grazie al talento registico di Truffaut che riesce a fondere i diversi episodi in un affresco coerente ed affascinante, che nonostante l'assenza di una vera trama tiene lo spettatore incollato allo schermo. Merito anche di una sceneggiatura ricca di battute fulminanti sull'arte ed il mestiere del cinema (Joelle: "Io per un film potrei piantare un uomo, ma per un uomo non pianterei mai un film").

 

 

Un film sull'amore per il cinema non può che essere ricco di citazioni cinefile: nella scena dei libri Truffaut omaggia i grandi registi a cui si è ispirato, e mostra se stesso bambino intento a rubare da una sala chiusa le fotografie di "Quarto Potere"

Grandissimo il cast corale: dall'attore-feticcio del regista Jean-Pierre Léaud, alla bellissima Jacqueline Bisset, ma su tutti spicca Valentia Cortese, esilarante nella scena in cui non riesce a ricordare le battute ("Ho un'idea! perché non giriamo con i numeri? Lo faccio sempre con Federico!") 

 

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