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In linea con l'assassino

Regia di Joel Schumacher vedi scheda film

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La recensione su In linea con l'assassino

di Baliverna
7 stelle

Tra prostitute inferocite, un magnaccia che è proprio un brutto ceffo e un cecchino che aspetta di arpionare qualche ignara vittima, non è proprio il caso di rispondere a quel telefono.

Dal punto di vista tecnico il film è proprio riuscito, anche perché riesce a costruire un'efficace suspense che non ci molla fino alla fine. Anche alcuni personaggi sono interessanti. Il protagonista veniamo a conoscerlo abbastanza bene, ma io ho trovato più intriganti alcune figure di contorno, come il gestore del sexy shop e magnaccia, il capo dei poliziotti, e l'aspirante capo, cioè quello che sgomita per assumere il controllo dell'operazione. Sono ritratti umani convincenti, benché composti da pochi tratti.
Dunque una pellicola ben diretta, che si avvale anche della tecnica dello schermo composto da più immagini, come evoluzione dello "split screen" degli anni '70. E' una tecnica appariscente ma non ingomnbrante.
Tuttavia un problema c'è. Il contenuto e il senso del film sono secondo me confusi e incerti, soprattutto a causa del personaggio e del ruolo del cecchino-tormentatore. Da una parte, infatti, è un sadico, un assassino, un individuo odioso che si diverte a uccidere, ricattare e torturare moralmente e fisicamente le sue vittime. Dall'altra, pretende di essere un moralizzatore, un amante della sincerità e dell'amore, del rispetto e dell'onestà; per di più, questa sua pretesa sembra avere uno sbocco concreto, cioè il far ravvedere il protagonista dalla sua condotta ambigua e piena di compromessi. Trovo infatti che i due aspetti di questo maniaco assassino non siano conciliabili tra loro, anche nell'ottica di un giustiziere che pretende di sostituirsi a Dio nel punire chi fa il male. Di male, infatti, ne fa a bizzeffe egli stesso. Si potrebbe infine discutere se questo malefico individuo, quasi luciferino nella sua sagacia e crudeltà, non rappresenti nelle intenzioni di chi ha scritto il film qualcuno o qualcosa. Secondo me potrebbe essere la materializzazione della coscienza di un uomo con molte colpe nascoste, una coscienza però violenta nei suoi sussulti e soprattutto ricattatoria. Ma di nuovo, il male prodotto dal misterioso persecutore non può essere messo sulla bilancia con dall'altra parte la confessione e il ravvedimento del protagonista. Alla fine ci troviamo davanti a un bilancio comunque disastroso.
In un cinema americano piuttosto superficiale, l'intento metaforico, benché sconnesso, è comunque da apprezzare. Buona l'interpretazione del protagonista, da faccendiere sbruffone e bugiardo a uomo angosciato e in lacrime, ma più se stesso.

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