Regia di Giovanni Albanese vedi scheda film
Un film simpatico, che affronta con leggerezza un problema serio, quello della balbuzie. Il protagonista è un bambino che ha iniziato a balbettare dopo la morte del padre. La zia fa vari tentativi per cercare di scacciare la malattia dal nipote: dalle preghiere a una bella tazza di acqua santa, il tutto a voler sottolineare lo stereotipo dell'eccessiva credulità religiosa della gente del sud. Questo è un leir-motive dei film di e con Rubini che qui poteva anche essere meno calzato, ma vabbè! Per il resto il film mostra una serie di balbuzienti che cercano di curarsi in una clinica dove un professore un pò ciarlatano ma convinto di ciò che fa, li cura con il cantoparlare. Ovviamente questa tecnica è un fallimento totale e a risolevvare le sorti dei pazienti e Remo, un ex balbuziente che ora fa il logopadista creativo nel cento dove sono "ricoverati" i protagonisti. Alla fine del film il messaggio è che è meglio essere diversi e cioè balbuzienti che "normali".
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