La recensione su Infiltrato speciale

Si chiude qua l'avventura cinematografica di Steven Seagal che, Machete a parte, verrà risucchiato in sedici anni di direct to video senza più tornare agli antichi fasti. Infiltrato Speciale è un prison movie pretestuoso che ha poco da spartire col sottogenere (giusto l'ambientazione). Dimenticate i vari Fuga da Alcatraz, Le Ali della Libertà o Sorvegliato Speciale, qui il tema non sono le condizioni di vita dei prigionieri, ma tutto è funzionale a mettere in scena un inverosimile quanto farsesco confronto tra guardie e ladri coalizzate tra loro (!?) e un commando esterno che intenderebbe estorcere a un candidato a morte (che preferisce perire sulla sedia elettrica piuttosto che salvarsi) la rivelazione del luogo in cui sono nascosti 200 milioni di dollari in lingotti d'oro. L'uomo infatti è tanto pentito del male che, piuttosto che contrattare sconti di pena o quote di divisione agli utili rivelando dove sia celato il bottino, non intende far ritrovare a nessuno quanto ha sepolto, salvo rivelarlo indovinate a chi? Esatto, al “nostro” Seagal che è infiltrato sotto mentite spoglie nel carcere in questione in quanto intenzionato ad acquisire notizie da un altro incarcerato e per un altro caso. Insomma, la verosimiglianza non è da queste parti, basti considerare che il bottino che tutti cercano sarebbe sufficiente a comprare l'intero cast di personaggi. Inoltre tutti i protagonisti – si ricordi che siamo in un carcere di massima sicurezza – più che banditi pericolosi sembrano veri e propri cabarettisti (si veda, su tutte, la scena finale).

Don Michael Paul, che poi girerà episodi di CSI, tre capitoli della saga Tremors e Poliziotto alle Elementari, scrive e dirige il film, rivelandosi assai più in palla dietro alla macchina da presa che alla scrittura. Il taglio visivo del film e il ritmo sono infatti buoni. L'ambientazione è costantemente cupa e notturna, con pioggia battente e fasci di luce azzurra sparati a quarantacinque gradi per illuminare la scena. A parte un prologo alquanto idiota dove, ridendo e scherzando, Ja Rule vola letteralmente dal sedile del passeggero di un auto mandata in mezzo testacoda da Seagal come se questo non fosse affatto pericoloso, Infiltrato Speciale regala un'azione pressoché continua che scongiura la noia e garantisce (nell'idiozia della storia) intrattenimento senza andare oltre i limiti della violenza (niente arti spezzati o sangue copioso).

I combattimenti corpo a corpo di Seagal sono limitati, al punto che la scena di lotta più bella vede coinvolta (contro il giullaresco Ja Rule) Nia Peeples, truccata, vestita e inquadrata come se fosse la Kate Beckinsale di Underworld con la particolarità che quest'ultimo film uscirà l'anno dopo (nota di merito per il regista). Gli attori funzionano tutti. Sembra quasi di essere in un tardo blaxploitation (colonna sonora a tema), con Morris Chestnut a fare da villain alla guida di un plotone a cui si contrappongono i reietti di Alcatraz (tutti colored) e le guardie capitanate dal cubano Tony Plana.

Elicotteri che precipitano, lanciarazzi, smitragliate continue, gas, nebbie grigie ed esplosioni... Quanto basta a divertire, per un prodotto all'epoca tra i meno riusciti (non il peggiore) tra quelli interpretati da Seagal (che qua vince il Razzie Award quale peggiore attore) che, tuttavia, assume tutta un'altra immagine se rivisto alla luce della produzione successiva dell'attore. Pur se modesto nel soggetto, è un film che diverte ed è meno eccessivo di altri (qui, almeno, Seagal non opera da One Man Show). Da rivalutare, pur se con i limiti, e superiore a quasi tutta la produzione successiva di Seagal.