Regia di Robert Siodmak vedi scheda film
Come sempre Siodmak ci regala un noir di valore e riuscito sotto tutti i punti di vista. La sua regia, infatti, è sicura e precisa, e valorizza i buoni elementi che ha a disposizione, a cominciare dagli attori. Barbara Stanwyck, nella fattispecie, era già una collaudata donna della rovina (La Fiamma del Peccato), e anche qui interpreta bene un ruolo difficile e pieno di ambiguità. Questa ambiguità è resa dall'attrice con l'attenzione a tanti dettagli, perché è solo con questi che si può costruire quella doppiezza sempre irrisolta (anche se si può presentire più di qualcosa). Se poi Wendell Corey dà un'interpretazione dignitosa ma non eccelsa, ho trovato Paul Kelly nel ruolo del suo collega molto bravo, anche merito di un personaggio ben costruito: è sempre in bilico tra serietà professionale, pietà umana, e sconsolatezza.
La sceneggiatura, dal canto suo, è attenta a definire i contorni della vicenda, non per giustificare chi sbaglia, ma per tentare di capire le ragioni di quanto avviene. La fessura che la maliarda trova per far breccia nel cuore del marito innamorato della moglie è probabilmente un certo rancore verso quest'ultima. Ella, infatti, dà troppo spazio ad un padre invadente e possessivo, che ruba senza scrupoli alla coppia la sua intimità. Non riesce ad opporglisi, e il marito la prende male. Così, quando la tentazione bussa alla porta, è più difficile dire di no.
Il personaggio della Stanwyck, invece, viene da un passato e da un ambiente torbidi e con molti segreti. Lo stesso tizio con il quale sta è una persona cinica e malvagia, dalla quale tenersi alla larga.
Nel film ho trovato più di un rimando ad un paio di grandi noir di Fritz Lang, cioè "La donna del ritratto" e "La strada scarlatta". Ma è tutta la tematica della donna tentatrice e finta vittima, e dell'uomo "buono" che si rovina nel tentativo di aiutarla, e soprattutto perché preso da infuocata passione, ad essere tipica del genere noir.
Infine, una nota di merito alla fotografia, con molte scene scure e ricche di ombre. La sequenza dell'omicidio, poi, è un momento di grande cinema; unico difetto del film, secondo me, un avvio un po' lento. Ma il voto è positivo senza distinguo.
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