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Bell'amico

Regia di Luca D'Ascanio vedi scheda film

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La recensione su Bell'amico

di speedy34
8 stelle

LUCA D’ASCANIO (QUELLO DEL CORTOMETRAGGIO “EXIT” CANDIDATO AL PREMIO OSCAR!) DEBUTTA AL CINEMA CON LA DIVERTENTE ED intelligente commedia “Bell’amico”, storia di razzismo al contrario “unpoliticcaly correct”! Un unico rammarico: il film è stato girato interamente in digitale, con piccole Dvcam e piccolissime miniDv che, se da un lato hanno permesso al regista un’immediatezza e naturalezza di racconto che sono alcune delle carte vincenti del film, dall’altro nuocciono ad uno stile personalissimo di regia che in pellicola con maggior forza ed incisività avrebbe saputo mettere in risalto il talento di questo regista da tenere assolutamente sott’occhio.
E questo è l’unico neo (discutibilissimo!) di un esordio felice ed originale: storia “vagamente” autobiografica, racconta dell’occidentale e buonista Nicola (lo stesso D’Ascanio), un rapporto d’amore alla spalle con la sempre bella ed ipnotica Rosalinda Celentano ed un concorso pubblico nel futuro, che si ritrova ad ospitare per alcuni giorni (e giorni… e giorni…) il “bell’amico” Mariano Bartolomenu, un giovane regista alle prime armi dell’Angola in cerca di fortuna in Italia. Tutti gentili e disponibili con “l’extracomunitario” (anche gli amici di Nicola, Giorgio Tirabassi, Paola Cortellesi e Cecilia Dazzi, finiscono vittime del “negriero”) ma Mariano lentamente occupa tutti gli spazi della casa e si espande nella vita del “bell’amico” Nicola, incapace di reagire schiettamente, vittima dell’autoricattatorio buonismo con cui crocefigge se stesso.
E così se Mariano (che simpatica faccia da canaglia ha questo Mariano Bartolomenu!) manipola sapientemente l’anormale accondiscendenza che lo accoglie, Nicola sconta sulla propria pelle i risultati della sua disonestà con sé stesso. E non sveliamo altro di una trama ben scritta e congegnata (opera dello stesso regista) che ci regala un giovane nome sul quale puntare per il futuro di una commedia acidamente cattiva alla “Monicelli” e per un cinema intelligente e di contenuti (mi si perdoni il termine!) senza essere mielosamente retorico o compiacente.

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