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Noi gangster

Regia di Henri Verneuil vedi scheda film

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La recensione su Noi gangster

di marcopolo30
4 stelle

Fernandel torna al cinema francese e porta con se Gino Cervi, con cui già formava un'iconica coppia grazie allo straordinario successo dei vari “Don Camillo”. Il risultato è però parecchio deludente, con comicità di tipo quasi slapstick in luogo di un solido copione. VOTO: 4

Squadra che vince non si cambia. Questo semplice adagio ha sempre trovato (e suppongo sempre troverà) applicazione nel cinema così come d'altronde in ogni attività umana. Ed è evidentemente partendo da tale pezzo di saggezza che prende vita il progetto “Noi gangster”, commedia francese con protagonisti Gino Cervi e Fernandel. I due avevano infatti interpretato, è arcinoto, l'iconica coppia Peppone - Don Camillo in tre pellicole (“Don Camillo”, “Il ritorno di Don Camillo” e “Don Camillo e l'onorevole Peppone”) di straordinario successo tanto in Italia quanto oltralpe realizzate tra il 1952 e il 1955. E fu proprio fra un Don Camillo e l'altro (ne verranno infatti realizzati altri due nei primi anni '60: “Don Camillo monsignore ma non troppo” e “Il compagno Don Camillo”) che va cronologicamente a posizionarsi “Noi gangster”. L'idea di partenza dei produttori francesi sembrava in teoria impeccabile, riconosciamolo, prendere in blocco due celebri attori ormai riconoscibili da tutti come coppia fissa e cucirgli sulle spalle una storia ad hoc da ambientare però questa volta in Francia anziché a Brescello. Sfortunatamente, come spesso accade, a buona intuizione non corrispondono poi risultati di pari livello, e questo film, firmato Henri Verneuil, si risolve in una storiella dall'andamento claudicante nonostante il buon soggetto (si partiva dal racconto “Il riscatto di Capo Rosso” di O. Henry, uscito nel 1907) e l'indubbia bravura della sopracitata coppia di interpreti. L'handycap del film, che poi fu ciò che secondo me ne decretò l'insuccesso presso il pubblico, risiede nell'aver voluto spingere sul pedale della comicità spiccia, quasi slapstick, che con un bimbo come protagonista fa venire alla mente “Le simpatiche canaglie” più che “Don Camillo”. Il plot ruota infatti attorno a due poveracci che sequestrano il figlioletto di un ricco imprenditore al fine di chiedere un lauto riscatto. Il pargolo si dimostrerà però tutt'altro che angelico, da qui la comicità (quasi) slapstick di cui parlavo, complicando così enormemente i piani degli improvvisati gangsters (da strapazzo). Qualche scena simpatica c'è, mi viene in mente ad esempio quella con il blocco di ghiaccio, ma se vi avvicinate a questo film pensando/sperando di trovarvi un Don Camillo e un Peppone in salsa francese resterete parecchio delusi.

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