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Il terrore dei barbari

Regia di Carlo Campogalliani vedi scheda film

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La recensione su Il terrore dei barbari

di mm40
2 stelle

L'americano Steve Reeves e la cubana Chelo Alonso - accoppiata di nazioni abbastanza bizzarra, in quel periodo - sono le 'star' del prodotto; il primo era già stato un paio di volte Ercole e continuerà a furoreggiare sui nostri grandi schermi fin tanto che il peplum (film mitologico con eroi forzuti come protagonisti) durerà, cioè per un altro lustro; la seconda è invece qui semiesordiente, ma anche per lei si prospetta una carriera altrettanto intensa e breve. I due rappresentano così a perfezione avventura e romanticismo, che sono le due componenti de Il terrore dei barbari e di tutto il filone cui il lavoro si aggancia, con una netta propensione per la prima caratteristica; combattimenti, muscoloni, azione e un lieto fine inesorabile, per un totale di una novantina di minuti di pellicola: la ricetta è sempre la stessa e Campogalliani avrà modo di conoscerla bene nei seguenti anni, quando dirigerà opere affini quali Maciste nella valle dei re, Ursus e Rosmunda e Alboino. E' un cinema a basso costo, alta intensità narrativa, ma anche gravemente carente di consistenza storica; la sceneggiatura è firmata da un team composto da Emimmo Salvi, Nino Stresa, Gino Mangini e Giuseppe Taffarel: otto mani per un lavoro cui ne sarebbe bastata una sola e - figurativamente parlando - sinistra. Nel cast compaiono anche Bruce Cabot (anch'egli statunitense), Giulia Rubini, Livio Lorenzon e Andrea Checchi; Salvi è anche produttore, mentre il 'direttore delle luci' (come da titoli di testa) è il giovane Bitto Albertini, ancora lontano dal passare dietro la macchina da presa in pianta stabile. 2/10.

Sulla trama

VI sec., la calata dei barbari capeggiati da Alboino procura morti e devastazioni nel nord dell'Italia. Il prode e forzuto Emiliano si incarica di condurre un manipolo di coraggiosi alla liberazione dagli invasori; nel frattempo però Emiliano si innamora di Landa, figlia di Alboino.

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