Regia di Scandar Copti vedi scheda film
Happy Holidays (2024): Manar Shehab, Wafaa Aoun
Venezia 81. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Ambientato tra la festa religiosa del Purim e la ricorrenza laica di Yom HaZikaron, ovvero tra il digiuno intrapreso da Ester per propiziarsi l’intervento di Dio a favore dell’oppresso popolo ebraico ed il ricordo dei caduti nelle guerre combattute dallo Stato d’Israele, “Happy Holidays”, che a tali festività fa riferimento, ci rammenta, in verità, che non c’è proprio nulla da festeggiare.
Il film, diretto dall’arabo-israeliano Scandar Copti, è stato pensato prima del Covid e dal Covid è stato interrotto. Ultimate le riprese, solo più tardi, “Happy Holidays” ha avuto bisogno di quindici mesi di post produzione per ridurre le centinaia di ore di girato al minutaggio consono ai tempi di un lungometraggio.
Il film è diviso in capitoli e racconta la storia di una famiglia araba e dei suoi componenti secondo i punti di vista di ciascuno. La giovane Fifì conduce una vita “trasgressiva” a Gerusalemme, durante le lezioni universitarie, e frequenta per volere della famiglia il giovane medico Walid. Il fratello Rami ha messo in cinta Shirley la ragazza ebrea con cui esce in segreto. Shirley non desidera fare la “cosa giusta” e si attira le ire della sorella Miri e di Rami, che per motivi diversi condividono la stessa scelta. La figlia di Miri, intanto, entra in una profonda crisi depressiva accentuata dalla ricorrenza dello Yom HaZikaron che celebra le forze armate israeliane. Hanan, infine, cerca di mandare avanti la casa e far tornare i conti senza rinunciare alle lusinghe di una vita agiata e vistosa che passa attraverso lo scintillante matrimonio della figlia maggiore. La truffa all’assicurazione sembra l'ultima via percorribile. Come accennato i protagonisti del film non hanno nulla da festeggiare. Hanan non vede soluzioni alla crisi finanziaria causata dal marito, Fifì e Shirley sono chiamate a scelte personali dolorose dovendo contare solo su stesse.
Happy Holidays (2024): Meirav Memoresky
La società israeliana è ripresa in tutte le sue contraddizioni mostrando l’ottusità del patriarcato ed il fanatismo politico e religioso che impedisce ad ebrei ed arabi israeliani di convivere e mescolarsi. Girato nascondendo le telecamere negli ambienti di ripresa, in modo da rendere il girato simile ad un documentario, “Happy Holidays” si avvale di un cast (straordinario) di attori e attrici non professionisti a cui Copti ha imposto una certa forma di condivisione e coabitazione per esaltare maggiormente gli effetti del copione sulle relazioni interpersonali.
Visto a meno di un anno dall’attacco di Hamas che ha causato la guerra in corso a Gaza, il film è davvero profetico nella misura in cui mostra il fanatismo militare israeliano abbondantemente denunciato da Guy Davidi nel suo “Innocence” uscito ventiquattro mesi prima. Miri è il simbolo dell'ottusità e dell'adesione totale all'ideologia di guerra.
Ma da buon osservatore qual è, Scandar Copti, pone il giusto accento anche sul fanatismo religioso musulmano ponendo il dito nella piaga del controllo imposto all’universo femminile nel mondo arabo. Il personaggio più riuscito, in tal senso, è quello della madre di Rami, che sembra devota, più degli uomini, a mantenere il decoro della famiglia, più per questioni sociali, in verità, che per motivi religiosi.
In questo ambiente avverso le donne, quelle giovani in particolare, sono, perciò, costrette a rinunciare a qualcosa. Fifì sceglie la libertà mentre Walid getta alle ortiche la felicità propria e della sua ragazza in nome di una tradizione arcaica e misogina. Shirley rinuncia ad una famiglia unita. Un uomo (arabo), una donna (israeliana) ed un figlio a coronamento del sogno di un paese unito. Troppe le ingerenze, la codardia, i pregiudizi. Non rinuncerà a tutto ma dovrà comunque cavarsela da sola.
La libertà personale è al centro di questo dibattito. Quella della donna in particolar modo. Una libertà che spesso è schiacciata da ideologie estreme e militarizzazione consona ad una società prigioniera. La pace nel paese, sembra suggerire Copti, non può prescindere dalla libertà dell'individuo. Condivisibile.
Happy Holidays (2024): scena
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