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Babygirl

Regia di Halina Reijn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Babygirl

di obyone
7 stelle

 

Nicole Kidman

Babygirl (2024): Nicole Kidman

 

"Babygirl" di Halina Rejin, dopo tutto, non è così è scandaloso com'è sembrato alla metà delle donne che sedevano nella fila dietro di me. I commenti salaci proferiti da alcune di loro m'hanno davvero divertito, come la risata nervosa della cinquantenne in pellicciotto che cercava di convincere le amiche a non riempirla di botte. Durante l'intervallo, m'era venuta voglia di girarmi e mostrare solidarietà alla tipetta tutta pepe dai boccoli platinati stile Nicole Kidman. Gli incompresi di solito si fanno forza l'un l'altro.

Un po' mi è dispiaciuto constatare che la compagnia di sole donne, che credevo di fameliche milf, si sia rivelata tanto suscettibile di fronte all'argomento. Ma forse il pudore suggeriva, a qualcuna di queste, di fingersi indignata per non mostrare troppo interesse verso il tabù delle (proprie) fantasie erotiche. E, giusto perché il film di Reijn parla proprio di quelle, posso dire che l'allegra brigata di coguari s'è trasformata, d'incanto, in un banco di suorine, sgonfiando la mia fantasia sessual-cinematografica di finire dietro l'ultima fila di sedili. È stato divertente scherzare sull'argomento con il mio accompagnatore (unico altro maschio in sala tra tante donne) prima di sapere che le fantasie della top manager interpretata da Kidman sarebbero state protagoniste del film quanto le mie lo erano state nei trenta minuti d'attesa. E, benché avessi portato al cinema il mio amico affermando divertito "sarà una porcata per soli maschietti", fallendo miserevolmente, in verità, i pronostici sul target, il film s'è rivelato persino intelligente, e più adatto alle donne, forse, nonostante il malinteso, chiamiamolo così, con cui è stato accolto dalle presenti.

Naturalmente speravo di assistere a qualcosa d'interessante visto che "Babygirl" era stato in concorso a Venezia e la sua protagonista era stata premiata con la Coppa Volpi di miglior attrice. Le mie aspettative dunque erano impostate sulla fiducia e non sul cinismo. 

"Babygirl", invece, sarà quasi sicuramente frainteso dal pubblico che gli rinfaccerà un eccessiva presenza di scene erotiche e una presunta superficialità di fondo.

 

Nicole Kidman

Babygirl (2024): Nicole Kidman

 

In realtà il film cuce addosso a Nicole Kidman un abitino piuttosto scomodo, difficile da infilare ma anche da portare. La sua Romy è donna tenace e volitiva. Ha fondato un'azienda della quale è guru e dirigente. Non paga, ha raggiunto tutti gli obiettivi che si pretendono da una donna in carriera. È moglie, madre ed è molto avvenente segno che non ha dovuto rinunciare a nulla per diventare manager di successo. Tuttavia le basta un incontro imprevisto, un cane rabbonito con estrema facilità da un giovane stagista, ed il castello che si è costruita attorno non sembra più tanto sicuro. Il ponte levatoio si abbassa e la cinta presta il fianco all'assedio di un giovane cavaliere sicuro di sé. Dentro la testa di Romy scatta qualcosa. Una fantasia sessuale a lungo costretta nelle segrete si imbizzarrisce come un cavallo privato del gioco e della pesante armatura. L'ufficio inespugnabile di Romy cede sotto i colpi blandi di un ariete a cui basta un tono di voce fermo e qualche ordine da ripetere con fermezza per valicare il fossato e scalare la torre.

Nicole Kidman è davvero brava perché molto probabilmente le sue fragilità sono le stesse del suo personaggio. Romy, infatti, ricorre al botox, alla crioterapia e ad altre diavolerie per sconfiggere il tempo. Non si piace nonostante gli sforzi profusi. Come lei occupa una posizione di potere che la costringe a guardarsi alle spalle e ad evitare errori banali sul lavoro.

Romy, tuttavia, è anche altro. Desiderio di rivalsa e di vivere il ruolo sessuale in maniera alternativa, per esempio. Gli impulsi che le danno piacere non collimano affatto con il ruolo che occupa in società ed in famiglia. 

 

Nicole Kidman, Harris Dickinson

Babygirl (2024): Nicole Kidman, Harris Dickinson

 

Il racconto di Rejin parla di emotività ed insicurezze nascoste dietro un paravento di eleganza, bellezza e potere. Ed è un film che vuole scandagliare un certo tipo di contesto sociale mostrando i rapporti di potere economico e sessuale che si instaurano tra leader e sottoposti all'interno di un organigramma strutturato e di successo. La personalità di Romy è complessa vibrando continuamente tra paura di essere scoperta e spietatezza a cui ricorrere, quando serve, per gestire i propri affari. Romy riconquista il proprio castello ma a che prezzo? Il potere che esercita sul lavoro è evidente quanto l'insoddisfazione emotiva che l'accompagna nella sfera privata. 

Il film di Rejin non si limita a ribaltare il luogo comune del maschio al potere che approfitta del ruolo per godere di benefici sessuali. Tra l'altro è difficile dire chi abbia avuto maggiori vantaggi tra Romy e Samuel. C'è qualcosa di più e forse è una critica alla bigotta necessità di regimentare ogni rapporto sessuale. Se è vero che tutti vanno tutelati da eventuali molestie sul lavoro è anche vero il contrario ossia che due esseri consenzienti possano fare quello che vogliono senza incorrere nei ricatti del perbenismo (la giovane Esmie ne è la maschera). Ognuno dovrebbe essere libero di sbagliare. Anche buttare la propria vita alle ortiche. 

Romy alla fine non se la sente. E forse ciò imbarazza molto più del sesso e della incredibile ed ironica scena finale. Tra il bianco del latte ed il nero del pelo del cane c'è proprio una quantitá di sfumature di grigio.

 

 Charlie Chaplin Cinemas - Arzignano (VI)

 

Harris Dickinson

Babygirl (2024): Harris Dickinson

 

 

 

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