Espandi menu
cerca
Coppia aperta quasi spalancata

Regia di Federica di Giacomo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 167
  • Post 16
  • Recensioni 11216
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Coppia aperta quasi spalancata

di mm40
5 stelle

Chiara è un'attrice di successo, esuberante e narcisista; 42 anni di cui 18 passati con Fredrik, considera la sua relazione stabile, ma anche priva ormai di stimoli. Mettendo in scena Coppia aperta quasi spalancata di Franca Rame e Dario Fo, la donna si rende conto che ciò di cui ha bisogno è il poliamore. Inizia così a indagare con la complicità di Alessandro, suo partner sul palcoscenico.


Sì, no, forse. Sentimenti contrastanti emergono dalla visione di questa rilettura aggiornata di Coppia aperta quasi spalanacata, uno tra i testi di maggior successo proposti da Franca Rame e Dario Fo. Principalmente Franca Rame, andrebbe precisato: è suo infatti l'apporto maggiore nella stesura del copione, così come in questo film tutto ruota attorno alla protagonista femminile, una sbrigliatissima Chiara Francini, circondata da uomini passivi, indecisi, incomprensibili e da uno stuolo di donne tutte essenzialmente femministe che non hanno saputo restare al passo coi tempi. Questo è il primo e più grosso limite della pellicola: la stilizzazione fortissima a cui sono stati sottoposti i personaggi, tutti tranne quello della protagonista; l'intera trama vive in funzione dei suoi dubbi, delle sue paranoie, delle sue frustrazioni e delle sue ansie. E la Francini è totalmente a suo agio nell'interpretare un ruolo così vivace, istrionico. Colpisce inoltre che a vestire i panni del suo compagno nella vita sia stato chiamato il suo reale compagno di vita, Fredrik Lundqvist, che un attore effettivamente non è (ma per quel poco che deve fare se la cava), così come l'Alessandro Federico coprotagonista della reale rappresentazione teatrale di Coppia aperta è qui interpretato da Alessandro Federico, nel segno di una ricerca sfrontata di verismo assoluto. In quella stessa direzione, che richiama molto l'epoca dello spettacolo originale di Rame/Fo, vanno anche le scene dei vari dibattiti (con il pubblico, nel pubblico, con le femministe, con i poliamorosi) e quella dell'incontro con Carlo Consiglio (anche qui: nei panni di sé stesso), classe 1929, teorico del poliamore. Difficile trovare un senso, una morale di fondo a questa che è la quinta regia di Federica Di Giacomo, fors'anche per quei limiti di scrittura di cui sopra: troppo irrisolta la protagonista, troppi i temi toccati, sfiorati e mai approfonditi seriamente. Soggetto e trattamento (così sui titoli di coda: la parola sceneggiatura neppure compare) della regista, di Chiara Francini e del critico cinematografico Mario Sesti. 5,5/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati