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Good bye Lenin!

Regia di Wolfgang Becker vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Good bye Lenin!

di axe
7 stelle

Nell'ultimo di decennio di esistenza della DDR, Christiane Kerner, una madre di due figli, in conseguenza della separazione dal marito, diviene una fervente socialista. Poco prima della caduta del Muro di Berlino, a causa di un infarto, finisce in coma, dal quale esce molti mesi dopo, a riunificazione della nazione conclusa. Poiche' il medico mette in guardia dai pericoli conseguenti ad ulteriori shock, evidenziando lo stato di salute estremamente cagionevole della donna, il figlio maggiore Alex sceglie di nascondere alla madre, apparentemente entusiasta dello stile di vita "orientale", le ultime sconvolgenti novita'. Pertanto la DDR continua a vivere nella stanza da letto della signora Christiane. Un film drammatico, seppur con qualche venatura ironica; racconta la travagliata storia della famiglia Kerner, sullo sfondo della transizione verso la democrazia e l'"occidentalizzazione" della DDR. Al centro della narrazione e' l'amore che Alex prova per la sua genitrice; con la collaborazione della sorella ed altre persone, riesce a "rinviare" di alcuni mesi l'unificazione tedesca, dando alla madre l'illusione di vivere ancora nel suo paradiso socialista, finche' esso "apre le porte" ai tedeschi d'occidente, con somma gioia della donna malata, la quale, proprio negli ultimi giorni di vita rivela verita' inattese sulla separazione con il marito e il suo rapporto con l'ideologia della Germania Est. Il regista cerca - per quanto posso comprendere - di non dare valutazioni circa la positivita' della riunificazione. Da un lato, evidenzia la vacuita' delle istituzioni orientali, ispirate ad un concetto di socialismo ormai superato, non piu' accettato dalla popolazione, in particolare quella piu' giovane, la quale subisce controlli e repressione. Da un altro, mostra come l'occidentalizzazione abbia portato indubbiamente un benessere economico, non necessariamente un progresso morale; il capitalismo si disinteressa della sorte delle persone piu' svantaggiate; non consente cura per chi, per un motivo o per l'altro, e' lasciato indietro. Chi non puo' adeguarsi - un esempio, tra i personaggi, e' l'accademico, che finisce per essere disoccupato ed alcolizzato - non ha futuro. Immagino che, per comprendere adeguatamente l'opera sotto questo aspetto, si debba quanto meno essere tedeschi. Il ritmo del film e' altalenante; dopo un inizio sostenuto, rallenta, sfilacciandosi, fino ad una conclusione prevedibile. Alcuni colpi di scena nella seconda parte del racconto, comunque, ravvivano l'interesse. Tra gli attori, oltre agli interpreti dei protagonisti (Daniel Bruhl, Katrin Sass), ho apprezzato Florian Lukas nei panni di Denis, l'amico videomaker di Alex, tanto bravo nell'elaborazione dei filmati quanto nella manipolazione della realta'. Il film mi e' molto piaciuto per la ricostruzione del periodo della riunificazone della Germania, raccontata tramite l'illustrazione di particolari sociologici e dettagli della vita quotidiana; meno per i risvolti sentimentali, che rendono la narrazione prolissa e in alcune sequenze "strappalacrime". Immagino, pero', che solo chi ha vissuto quei giorni in quei luoghi possa apprezzare a fondo l'opera e comprenderne dettagli che possono rimanere oscuri ai piu'.

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