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Elephant

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su Elephant

di AuroraZwart
9 stelle

20 Aprile 1999. Dylan Klebold e Eric Harris uccidono tredici persone, ne feriscono il doppio, si suicidano con un colpo in testa nella biblioteca del loro liceo nel Colorado. Subcultura ed emarginazione, un sistema scolastico depersonalizzante, armi da fuoco di terza scelta e videogames, "gli stessi a cui giocavo io con una mela candita ed una tazza di tè , la stessa colonna sonora"..cosa è andato storto? Il cosiddetto massacro della Columbine rappresenta l’ultimo evento mediatico di interesse globale scevro da ombre manipolatrici, forse perché estremamente genuino e concettualmente stupido nella sua sopravvalutata brutalità. L’unico, reale, spartiacque tra i due millenni, capimmo che la guerra non era finita, non finisce mai, solo nei libri e nei film, quasi sempre,  c’è una data per l’armistizio.

 

Se preso singolarmente, Elephant (l'elefante in una stanza, la problematica, che nessuno riesce a percepire) rappresenta l’apice della poetica di Gus Van Sant, un linguaggio a fasi alterne che non sempre ha saputo trovare la giusta dimensione. Il regista, per ragioni personali, si prende la licenza di inserire un cameratismo sessualmente ambiguo che non esisteva nelle controparti reali: è solo una tra le tante ma poco importa. Non si può scindere i due piani, l’opera di mascheramento è volutamente goffa, è chiaro che questa sarà la resa su pellicola definitiva per un frammento di storia irripetibile, nonostante le imitazioni “meglio” riuscite (reali, non filmiche). Alle spalle di vittime e carnefici, tutti ragazzini, una carrellata continua in presa diretta così distante dal suono corposo della realtà, come dopo l’esplosione di una granata, qui ha valenza introspettiva e premonitrice. Una rappresentazione kabuki, se vogliamo, onnisciente seppur in soggettiva, libera dal magma maligno del quarto potere che tutto strumentalizza e tutto adatta ai propri scopi.

 

1999, senza clamore, due studenti fanno fuoco perché così va il mondo. Il can-can venne dopo, sul piccolo schermo, senza ritegno o rispetto per le ragioni, e per il dolore. Non esiste il bene come non esiste un male assoluto. Rimane l’umanità, bellissima, orrenda, imperfetta, senza la quale Elephant non esisterebbe.

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