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F1 - Il film

Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film

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La recensione su F1 - Il film

di supadany
6 stelle

In un contesto ideale, il vecchio e il nuovo dialogano tra di loro producendo benefici reciproci. Nei fatti, sussistono vari impedimenti che rendono questa comunicazione difficoltosa, talvolta addirittura impossibile, tra chi non vuole mollare la posizione, e non ha alcuna intenzione di trasmettere il suo sapere, e chi invece fa orecchie da mercante o, più semplicemente, è talmente pieno di sé da pensare di non aver bisogno di nessun aiuto. Fortunatamente, il più delle volte, il tempo porta consiglio, sciogliendo anche eventuali incomprensioni, e quindi anche dei frutti significativi, tali da far ipotizzare un futuro roseo per ambo le parti.

In F1 – Il film questo tracciato risulta centrale/determinante, peraltro gestito con spiccato mestiere e una dialettica assolutamente produttiva. Al contrario, il bilanciamento tra la forma (travolgente) e il contenuto (eccedente) ha il fianco scoperto, tra una resa spettacolare/iperbolica, che in svariate circostanze toglie letteralmente il fiato, e qualche impaccio di troppo nella narrazione, a tratti smisurata/spregiudicata, nella voluta intenzione di arrivare a fare jackpot, prendendo – in alcune situazioni - a sberle il buon senso.

Quando la scuderia che gestisce, la sgangherata Apxgp, rischia di finire la stagione senza fare neanche uno striminzito punticino, Ruben Cervantes (Javier BardemNon è un paese per vecchi, Mare dentro) decide di affiancare all’acerbo, ma talentuoso, Joshua Pearce (Damson IdrisSnowfall, Outside the wire) Sonny Hayes (Brad PittFight club, L’esercito delle 12 scimmie), che trent’anni prima sembrava lanciato verso una luminosa carriera e che nel frattempo, dopo un incidente fatale, si barcamena con successo in altre competizioni minori su quattro ruote.

L’inizio non è dei migliori, tra Sonny e Joshua non sembra correre buon sangue, le migliorie apportate alla vettura da Kate McKenna (Kerry CondonGli spiriti dell’isola, L’ultima vendetta) non portano risultati tangibili e lo stesso responsabile Kaspar Smolinski (Kim BodniaPusher, The Bridge) non sa che pesci pigliare per fare il salto di qualità.

Mentre qualche segnale incoraggiante comincia a palesarsi, Peter Banning (Tobias MenziesManhunt, The Crown) si muove alle spalle di Ruben per soffiargli il controllo del team, una condizioneche potrebbe essere scongiurata solo vincendo un Gran Premio.

Inutile aggiungere che la disputa verrà risolta in corrispondenza dell’ultima gara.

 

 

Damson Idris, Brad Pitt

F1 - Il film (2025): Damson Idris, Brad Pitt

 

 

Diretto a botta sicura e con piglio gagliardo da Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick, Oblivion) e scritto dallo stesso regista con Ehren Kruger (Top Gun: Maverick, Arlington Road), F1 – Il film si cimenta con un filone sportivo, quello legato alla galassia dei motori, che al cinema non ha riscosso con costanza grandi fortune (di recente, si segnalano i casi positivi di Rush e Le Mans ‘66, andando più indietro nel tempo, vale la pena citare/recuperare Grand Prix).

Stavolta, possiamo parlare di un blockbuster completo (anche troppo), propulsivo e baldanzoso, che trae ispirazione da un successo recente (a tutti gli effetti, si può dire – in estrema sintesi- che sia il Top Gun: Maverick di Brad Pitt), che ha similitudini con diversi film del passato (la configurazione esperto/giovane somiglia a Ogni maledetta domenica) e che si avvale di una collaborazione diretta con l’ambiente sportivo che descrive, a cominciare dall’apporto diretto di Lewis Hamilton, dando luogo a un coinvolgimento proficuo/smagliante, che non si vede così spesso al cospetto di una produzione di tale entità.

Così, se da un lato è tagliato su misura per assecondare/valorizzare/esaltare l’ego – va detto, spropositato, quantunque sia utile/idoneo alla causa, anche in virtù di una visione positiva della vita - di Brad Pitt (che, pur gigioneggiando, ricorda la scioltezza/sicurezza assoluta messa in mostra in C’era una volta a… Hollywood), dall’altro sfodera una vibrante/agonistica energia in pista, facendo pienamente percepire il brivido della velocità, mentre il fattore umano riempie la restante parte della scena, tra rivalità interne e intese da individuare, maturazioni da azionare e amicizie incrollabili, convergenze e discordanze, fattori universali (ovviamente, non può mancare nemmeno la - telefonata - scintilla romantica) e specifici, snocciolati con tutte le delucidazioni del caso, spaziando – a gradimento di guida le danze - tra realtà (il know how è in bella vista) e finzione (certe cose possono avvenire solo in un film… ), tra imbeccate vincenti e smancerie urticanti.

Un sinergico lavoro di squadra che porta parecchio fieno in cascina, con un comparto tecnico eccellente che, tra l’elaborata fotografia di Claudio Miranda (Vita di Pi, Il curioso caso di Benjamin Button) e il montaggio dinamico/incalzante di Stephen Mirrione (Birdman, Traffic), inchioda lo spettatore allo schermo (tra i tanti momenti da incorniciare, vedasi l’ultimo giro di Sonny, dove pare di volare insieme a lui), e interpreti che si prestano completamente alla causa, in tal senso vale la pena di sottolineare la meravigliosa/deliziosa Kerry Condon, una scelta del casting non banale, che predilige la capacità/credibilità attoriale alla semplice immagine da spacciare come cartolina.

 

 

Brad Pitt, Kerry Condon

F1 - Il film (2025): Brad Pitt, Kerry Condon

 

 

In conclusione, F1 – Il film intende fornire un servizio familiare/completo, ingordo e canonico, valido per tutte le stagioni e gusti, anche perché il budget da recuperare, pari a circa 200 milioni di dollari, è imponente, comunque sia ben utilizzato. Scatta alla grande dalla griglia di partenza (la prima parte funziona quasi alla perfezione, ha un’evidente marcia in più) e taglia il traguardo con qualche scoria francamente evitabile/pleonastica sulle spalle, per quanto lo spirito di base rimanga immutato, sostanzialmente corretto nella sua sfacciata appariscenza, pur nella sua dimensione accomodante e smaccatamente completista (un aspetto che può indubbiamente condizionare/macchiare il giudizio).

Tra giri veloci e pit stop (entrambi anche figurati), ultime spiagge e trampolini di lancio, certezze su cui puntare e promesse tutte da scoprire/sviluppare, per un’esperienza totalizzante/immersiva che, seppure condizionata da estensioni/sterzate francamente avventate/enfatiche, vale la pena di vivere al massimo livello di adrenalina, ossia di fronte al grande schermo di una sala cinematografica (aspetto che può valere almeno mezzo punto in più).

Mozzafiato (in pista) e scolastico (altrove), aerodinamico e spericolato.

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