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X-Men 2

Regia di Bryan Singer vedi scheda film

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La recensione su X-Men 2

di FilmTv Rivista
6 stelle

Dopo il primo X-Men, si replica. Cast più o meno invariato con qualche aggiunta di peso: Nightcrawler (Alan Cumming) è il teleporter tedesco che nei fumetti stempera con ironia l’austera serietà dei compagni; Deathstrike (Kelly Hu) è invece una Wolverine al femminile. In tempi diversi sono entrambi stati drogati e asserviti alla volontà di un certo Stryker (Brian Cox), uno scienziato militare che parla come Rumsfeld e sogna il genocidio dei mutanti. Per combatterlo il buon Xavier e i suoi X-Men (Tempesta, Ciclope, Jean Grey, Wolverine, Rogue) si alleano con il cattivo Magneto (Ian McKellen) e la sua fatale alleata Mystique, la sempre più abbagliante Rebecca Romijn-Stamos. Più azione, più effetti speciali, più colpi di scena, più tutto... Bryan Singer, giovane regista che un tempo aveva ambizioni d’autore, non rinuncia ai sottotesti favoriti (l’antifascismo militante, la metafora di nuovi o vecchi razzismi, le “cacce alle streghe”) ma è molto meno radicale rispetto al primo film. In compenso però risulta chiara la componente più popolare della saga. La formula di X-Men formato cinema è quella tipica del feuilleton: una specie di mega romanzo d’appendice con effetti visivi digitali e make-up da urlo capace di mettere in circolo quelle variabili narrative che dalla notte dei tempi strappano cuore-occhi-budella di noi lettori/spettatori. La vendetta e la passione, il sesso e la violenza, i tradimenti accennati e forse solo rimandati: quando Wolverine (Hugh Jackman, il Clint Eastwood mutante), e Jean Grey (Famke Janssen) si guardano negli occhi e si sfiorano la pelle sono scintille. Per non parlare della storia d’amore adolescenziale, tutta ormoni repressi, tra Rogue (Anna Paquin) e Iceman (Shawn Ashmore), che non possono consumare per certe letali caratteristiche di lei... Singer è un bravo narratore, il suo sequel mantiene un non facile equilibrio dando ad ogni personaggio, vecchio e nuovo, la giusta densità. Certo Wolverine ha una marcia in più perché è brutale e “scorretto”: il suo furore quando gli uomini di Stryker attaccano il college di Xavier è adrenalina a pioggia su di noi. In controluce al film, qualche limite. Speriamo che Singer non ceda alla tentazione di fare della serie (il terzo capitolo è già certo) uno show per soli iniziati, con una continuity nella definizione dei personaggi e nella scansione degli eventi che fa molto comics ma anche molto telefilm. Un esempio in negativo: gli spettatori che non hanno mai letto i fumetti non capiranno nulla del finale di X-Men 2, si perderanno tutti gli ammiccamenti sul destino di Jean Grey e magari non si accorgeranno neppure che il fascio di luce proiettato nell’ultima inquadratura sull’acqua della diga disegna una fenice. È corretto, tutto ciò?

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 19 del 2003

Autore: Mauro Gervasini

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