Regia di Scott Beck, Bryan Woods vedi scheda film
A [Creep(ing)] Bob Ross® Movie.
A parte un adorabile Hugh Grant (che personalmente, negli ultimi 15 anni, ho potuto apprezzare solo, da co-protagonista, nel miglior film delle Wachowski, “Cloud Atlas”, e nell’un po’ bolso (Moriarty-style) “the Undoing” di Kelley/Bier, giusto per il tempo d’un simpatico cameo in “Glass Onion: A Knives Out Mystery” e infine in un unico episodio dell’imperfetta/sbagliata “the Regime”), la ben assortita/affiatata “coppia” composta da Sophie Thatcher (“Prospect”, “YellowJackets”, “MaXXXine”, “Companion” e la cover, sui titoli di coda, della dylaniana pietra miliare di “Knockin’ on Heaven’s Door” ) e Chloe East (“A Big Bold Beautiful Journey”, “Atropia”, “At the Sea”), due giovani suorine mormoni che per la salita non sanno usare le rampe laterali per biciclette delle scalinate (mentre per la discesa una delle due, niente spoiler, capirà come fare), e la puntuale ricomparsa in scena (e in azione) della proverbiale asse/listello/tavola di legno chiodata di Cechov, e, per contro, l’inutilità del personaggio interpretato da Topher Grace (che, a causa della “somiglianza” con Hugh Grant, per un momento può far pensare allo spettatore di stare assistendo ad una storyline non parallela/contemporanea e incrociantesi con quella principale, ma analettica e sovrapposta spazialmente, ma non temporalmente), che è tale da non meritare nemmeno una morte – a proposito di diorami (Overlook/labyrinth → house upon the hill) in miniatura & tilt-shift – à la Hallorann, tanto che la sua funzione poteva benissimo essere svolta da uno (s)fortuito incidente qualsiasi (invece nella pratica poi chissà come sarebbe dovuto avvenire, secondo il piano originale, lo scambio dei corpi?), ed è altresì inversamente proporzionale alla simpatia che (mi) suscita l’attore (“That ‘70s Show”, “In Good Company”, “Spider-Man 3”, “Interstellar”, “American Ultra”, “BlacKkKlansman”, “Under the Silver Lake”, “Love, Death & Robots: Ice Age”, “Black Mirror: Smithereens”, “Huntington”), è il (volutamente?) grossolano errore di continuità a 1.23’35’’ (vedi fotogramma sotto), che in realtà rappresenta la coincidenziale confutazione fortuita del miracolo di provvidenziale (eh-eh) resurrezione temporanea, a salvare (o quasi) il film dall’ingolfamento completo di un auto-arrocco autistico.
- “Robert Frost?”
- “Swamp Thing.”
(Ah, ecco.)
Gli sceneggiatori, co-produttori e registi Scott Beck & Bryan Woods, dopo “65” (e “Nightlight”, “Haunt” e “50 States of Fright: Almost There (Iowa)”, più gli script di “A Quiet Place” e “The Boogeyman”), continuano a divertire e a non farcela: "Heretic" {a [Creep(ing)] Bob Ross® Movie} è una cover degli Hollies fatta da Lana Del Rey senza passare per i RadioHead.
Fotografia di Chung Chung-hoon (sodale di Park Chan-wook, e poi, tra gli altri, “Last Night in Soho”), montaggio di Justin Li (“Another Life”, “the Terror”, “Under the Bridge”) e musiche dell’elfmaniano Chris Bacon (“Bates Motel”, “Wednesday”), mentre a distribuire in U.S.A c’è A24 (in Italia la Eagle di Dammicco, Ben Ammar & C.).
Comunque “gradevole” il fatto che la Monarca (Danaus plexippus) sia (oggettivamente?) solo immaginaria (e buon utilizzo dell’impianto contraccettivo ormonale sottocutaneo la cui comparsa può aver cortocircuitato e fritto i poveri gulliver dei vari @Napalm51 by Crozza & @Souther78 by FTV).
* * ½/¾ - 5.25
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