Regia di Mario Martone vedi scheda film
"Fuori" di Mario Martone è reduce dalla trasferta, a dire il vero non molto fortunata, al festival di Cannes, e non ho avuto dubbi sul vederlo, essendo un fan di vecchia data del regista. Il film ci racconta la vita della scrittrice Goliarda Sapienza dopo essere uscita dal carcere, nella Roma del 1980, e prosegue l'omaggio che la stessa Valeria Golino, qui protagonista, ha intrapreso con l'adattamento cinetelevisivo del suo romanzo "L'arte della gioia"; personalmente prima di questi film non avevo mai sentito neppure nominare questa scrittrice.
Il film ci racconta la faticosa esistenza di Goliarda, scrittrice che in vita non era stata calcolata da nessuno, le sue peregrinazioni per Roma, i suoi ricordi del carcere di Rebibbia, il suo rapporto quasi da madre con una detenuta molto più giovane di lei, Roberta, a cui è affezionata ma con cui si scontra molto frequentemente. Si tratta di un'opera che trova le sue migliori intuizioni nello studio del personaggio e delle sue relazioni con l'ambiente, con una sceneggiatura firmata da Martone e Ippolita di Majo dagli accenti femministi, che tuttavia sceglie una maniera di raccontare piuttosto impressionista e un po' troppo sbilanciata nel continuo rimando fra il presente e le scene ambientate nel passato in carcere.
L'approccio del regista è quello giusto, il malessere del personaggio è restituito con efficacia grazie a tante notazioni che si sommano le une alle altre, e ovviamente grazie al contributo determinante della performance della Golino, però il film, che è stato rifiutato dalla critica straniera a Cannes, procede dando un'impressione di una certa monotonia e ripetitività soprattutto nella seconda parte, insinuando dubbi che poi non vengono chiariti e lasciando un po' disorientato lo spettatore anche nel finale, che ovviamente non vado a rivelare. Qualcuno propone una chiave onirica sotto cui interpretare determinati passaggi del film e certi snodi cruciali del plot, e in effetti questa interpretazione sembra essere avvalorata da diversi elementi diegetici e perfino da certe interviste rilasciate da regista e attrici, anche se certamente non aiuterebbe a chiarirsi le idee a tutti quelli che lo hanno stroncato in virtù della sua cripticita'; il rapporto di solidarietà e condivisione femminile con le due donne molto più giovani è delineato con bravura anche grazie alle interpretazioni di un'ottima Golino, che qui completa il suo transfert artistico con la Sapienza dopo la regia de "L'arte della gioia", ma anche un'estroversa Matilda De Angelis e un'Elodie più in ombra ma sanamente popolare e un po' burina, con la scena al negozio che resta una delle migliori dell'intero film. Un film del genere difficilmente troverà fortuna con il pubblico ma troverà inevitabilmente la critica italiana molto più favorevole rispetto a quella straniera che ormai si mostra ostile con i nostri prodotti sulla Croisette, tuttavia "Fuori" merita certamente la visione ma non risulta proprio dello stesso calibro de "L'amore molesto" o "Il giovane favoloso" o "Qui rido io".
Voto 7/10
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