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Trama

Il film Fuori ci porta a Roma, nell’estate del 1980. Goliarda Sapienza, scrittrice anticonvenzionale e incompresa, si ritrova in carcere per furto. Dopo il rifiuto da parte dell’editoria italiana del suo romanzo più ambizioso, L’arte della gioia, Goliarda vive un periodo di profonda crisi personale. Ma dietro le sbarre nasce un legame inaspettato con Roberta, una giovane recidiva e attivista politica. Tra loro si sviluppa un’amicizia intensa, fatta di dialoghi taglienti, solidarietà silenziosa e sogni condivisi.

Una volta fuori dal carcere, le due donne continuano a percorrere insieme le strade di una Roma viva, disordinata e trasformativa, cercando uno spazio nel mondo, fuori dai ruoli imposti e fuori dalle convenzioni. Fuori, in concorso a Cannes 2025, è il racconto di un’estate che segna una rinascita, un’amicizia che sfida le definizioni, e un viaggio nella città e nell’anima.

Mario Martone firma con il film Fuori un’opera libera e profondamente umana. Non un biopic, ma il racconto di una stagione, di un incontro, di una possibilità. Il lungometraggio nasce da un’intuizione della sceneggiatrice Ippolita di Majo: raccontare una sola estate nella vita di Goliarda Sapienza, lasciando sullo sfondo la fama postuma e concentrandosi su un momento intimo e marginale, ma rivelatore. Il risultato è un road movie urbano, che attraversa Roma non come sfondo ma come corpo vivo, insieme alle sue protagoniste.

Con Valeria Golino e Matilda De Angelis, Martone costruisce un racconto a due voci, lasciando spazio all’improvvisazione e all’energia del momento. La regia sceglie una grammatica visiva che richiama il cinema degli anni ’70: zoom, formato 1.66:1, colori e consistenze dell’epoca. Il tutto girato in location reali, comprese Rebibbia e l’appartamento originale di Sapienza, per una messa in scena che rifiuta l’artificio e abbraccia la verità del vissuto.

Fuori è un film sull’identità, sulla libertà e sul bisogno di comunità. Racconta due donne ai margini, unite dalla loro estraneità alle regole del mondo. Attraverso Goliarda e Roberta, Martone riflette sul potere trasformativo della scrittura, della parola e della solidarietà. Il carcere diventa uno spazio di rivelazione, il fuori una promessa, mai una certezza.

L’uso della musica di Robert Wyatt – voce fragile e dissonante – sottolinea la natura irregolare e potente del film Fuori: è la voce di un’anima, non importa se maschile o femminile. Come Goliarda Sapienza, anche il film è “fuori” da ogni schema: fuori dal biografico, fuori dal lineare, fuori dal prevedibile. Ed è proprio in questo suo essere fuori che trova la sua forza.

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