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La città incantata

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su La città incantata

di spopola
8 stelle

Un’opera affascinante e dolorosa da vedere e rivedere all’infinito. Capolavoro assoluto dell’animazione giapponese, è un viaggio iniziatico poetico e appassionante e una riflessione profonda sui valori dell’esistenza. Una favola moderna insomma che incanta e fa riflettere, struggente e minacciosa al tempo stesso.

Un capolavoro assoluto, poetico e appassionato. Da vedere e rivedere all’infinito con la certezza di “scovarci” sempre nuovi contenuti filosofici, nuovi messaggi, nuovi stimoli per una riflessione profonda sui valori dell’esistenza. E’ un’opera affascinante e dolorosa che consente a ciascuno di noi di rispecchiarcisi dentro con i propri dubbi e le proprie paure, di dare insomma in qualche modo corpo “visivo” ai propri fantasmi. Viaggio iniziatico o di “formazione”, a seconda della angolazione di lettura e della prospettiva, ma anche rivisitazione “critica” dei nostri incubi esistenziali per affrontare e superare le paure dell’inconscio, confrontarsi con la nostra essenza più profonda e verificare così (tentando di superarli) i propri limiti e le proprie debolezze: ognuno, all’interno di questa opera unica e indimenticabile, può davvero “rintracciare” quello che “vuole” o che “desidera” (o anche che pensa sia più “necessario”) a seconda del momento e del particolare stato d’animo in cui si trova. Myazaky ci regala una favola moderna che incanta e fa riflettere, struggente e minacciosa al tempo stesso: ogni disegno è un’emozione, ogni personaggio rimane “incollato” indelebile nel nostro immaginario, e siamo per questo anche noi quasi obbligati, nonostante tutto (perché non possiamo che arrenderci senza difese alla fantasia e alla “suggestione” di fronte a tanta meraviglia) ad “affrontare” il viaggio a ritroso alla ricerca del “ricordo” e del passato su quel treno colmo di presenze inquietanti che sferraglia impaziente sulle rotaie di quella immaginifica ferrovia sottomarina. E’ un’avventura surreale e fascinosa nella quale rappresentazioni simboliche e contenuti etici si intersecano alla perfezione in una storia che si presta a molteplici chiavi di lettura, da quella filosofica appunto (come già accennato) a quella esistenziale, a quella più prettamente politica. Chichiro saprà superare prove difficili e coraggiose, grazie alla sua “apertura verso gli altri” e a quella caparbia forza di volontà che non la farà arretrare nemmeno di fronte alle prove più ardue e difficili. Un inno all’amore e alla tolleranza, alla “disponibilità” e alla accettazione di ogni diversità (temi spesso ricorrenti nella poetica di questo geniale autore): come nella vita, tutto qui è molto più sfumato e meno definitivo, non esiste la divisione manichea fra buoni e cattivi in questo “mondo al di là dello specchio” nel quale è costretta a “tuffarsi” Chichiro vincendo remore e titubanze per tentare di ritrovare e salvare i propri genitori (quasi un “viaggio all’inferno” di una moderna “Orfeo in gonnella”, coraggiosa e indomita, che avrà la forza di “non voltarsi a guardare indietro”nel passare quel tunnel che rappresenta anche l’abbandono dell’età della pubertà e l’acquisizione di una coscienza critica), novella Alice nel “paese delle meraviglie”, analogamente curiosa e disponibile, ma certamente più problematica e caparbia. E’ un film complesso e tortuoso, carico di quella atmosfera magica e avvolgente che caratterizza tutto il lavoro di Myazaki, pieno di invenzioni poeticamente visionarie che traggono origine dalla tradizione Shintoista e dal teatro kabuki rese altamente suggestive dall’ inesauribile immaginazione del regista e dei suoi collaboratori, che hanno il grande merito di aver reso credibile l’incredibile “inventando” figure e situazioni di potenza straordinaria. Tecnicamente, il lavoro è di incredibile perfezione nella animazione e nella stilizzazione grafica dei disegni: il “tratto” è come al solito sicuro e personalissimo, i colori abbaglianti, e tutto si fonde mirabilmente insieme (ottimo anche il commento musicale di Joe Hisaishi) per restituirci un universo composito e tenebroso, capace di superare i limiti fisici del tempo e dello spazio, fra scene di grande durezza e momenti di sublime poesia.

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