La recensione su Giovani madri

DIOMEDE LI VEDE E… LE CRITICHE DI DIOMEDE917: GIOVANI MADRI

Bisogna rivedere il regolamento dei vari Festival, soprattutto Cannes, per evitare che i Fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne ci partecipino causa manifesta superiorità. Ogni film che presentano in Concorso si trasforma immediatamente in un meritato premio e con quest’ultimo (vincitore di un meritatissimo premio alla Sceneggiatura) ritornano a quell’intensità emotiva che li ha portati ad essere nel piccolo Olimpo dei registi che hanno fatto il Double di Palme d’oro sfiorando anche la terza con questo intenso e delicato Giovani Madri.

Come tematica siamo dalle parti dell’Enfant, al centro della storia ci sono le vicissitudini delle residenti di una Casa-famiglia in Belgio. Cinque “Giovani Madri” che affrontano le dure prove che le ha messo davanti la vita e cercare di rimediare a quegli errori che gioco forza sono stata in qualche modo costrette a commettere.

I registi sono bravissimi a raccontare queste storie di inevitabile disagio sociale seguendo e accompagnando queste ragazze nel loro percorso di inserimento e rivalsa senza far prevalere nessuna storia rispetto ad un’altra, un po’ come fanne le operatrici della struttura (anche loro protagoniste e supporto sia oggettivo che psicologico) che usano contemporaneamente bastone e carota, sono sia le inflessibili professioniste che quella famiglia che è mancata a queste madri bambine.

Il film si apre con Jessica, “Giovane Madre” figlia a sua volta di una “Giovane Madre” che proprio al termine della sua gravidanza cerca quasi disperatamente quella ragazza che anni a dietro la diede in affidamento per chiederle il perché di questa scelta estrema che ha avuto conseguenze sulle loro vite.

La variegata e multietnica comunità di queste “Piccole Donne” è composta anche da Perla e Naima.

La prima è la figlia di una donna alcolizzata abbandonata a sé stessa che a sua volta trova nell’alcool la via di fuga al suo dolore. Madre di Noè spera di farsi una vita col padre del figlio appena uscito dal carcere. Anzi farebbe di tutto pur di avere una figura maschile di riferimento che l’amasse ma in realtà l’unico amore arriva dalla sorella maggiore; la seconda è una ragazza convinta a tenere il proprio piccole e dopo tanti sforzi riesce a realizzare il sogno di lavorare presso le Ferrovie.

Abbiamo Ariane, una ragazza picchiata dal patrigno e costretta a non abortire dalla mamma sbandata. Per dare quel futuro che la vita le ha negato opterà ad affidare la figlia ad una famiglia benestante e impegnarsi a trovare un lavoro che la riqualifichi come donna e madre.

E infine abbiamo Julie e Dylan una coppia di tossici che cercano di svoltare la loro vita sempre sull’orlo dell’overdose per amore della loro piccolina.

I Dardenne rispettano le loro “Giovani Madri”, raccontano e filmano queste storie con una delicatezza che spacca il cuore di noi spettatori.

La famosa telecamera che segue i protagonisti questa volta non è attaccata alla loro nuca, ma invece regala emozionanti primi piani.

I Dardenne raccontano e ci fanno vivere il dolore di queste cinque compagne di sventura senza mai giudicare ma anzi lasciando un barlume di meritata speranza che sia esso un rappresentato da un abbraccio intenso di vero amore, una lettera ad un bambino già nato in attesa che diventi un maggiorenne consapevole o una poesia di Apollinaire.

Giovani Madri è un film che va visto e metabolizzato per capire uno spicchio di società un po’ dimenticato e poco raccontato dal cinema attuale.

Menomale ci sono i Dardenne a fare questo servizio

Voto 8