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The Hunted - La preda

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su The Hunted - La preda

di michemar
8 stelle

Beh, Dio disse ad Abramo "Sacrificami un figlio" / Abe disse: "Amico, mi stai prendendo in giro?" / Dio disse "No", Abe disse "Cosa?" / Dio disse "Puoi fare come vuoi Abe ma / la prossima volta che mi vedi arrivare sarà meglio che cominci a correre" / Beh, lui disse "Va bene, dove vuoi che avvenga questo omicidio?" / Dio disse "Sulla Highway 61"

Beh, Dio disse ad Abramo "Sacrificami un figlio" / Abe disse: "Amico, mi stai prendendo in giro?" / Dio disse "No", Abe disse "Cosa?" / Dio disse "Puoi fare come vuoi Abe ma / la prossima volta che mi vedi arrivare sarà meglio che cominci a correre" / Beh, lui disse "Va bene, dove vuoi che avvenga questo omicidio?" / Dio disse "Sulla Highway 61"

 

Si inizia così. Con la citazione di Highway 61 Revisited di Bob Dylan, William Friedkin ci scaraventa nella storia e ci tiene in pugno, non ci fa mollare l’attenzione un solo attimo, ci fa respirare a fatica. Il film si fa bere come un bicchiere d’acqua gelata quando siamo accaldati e solo dopo ci accorgiamo che era meglio berlo un sorso per volta, ma non abbiamo fatto in tempo.

 

Dimentichiamo Rambo, dimentichiamo il reduce paranoico che si sente rifiutato dalla società che doveva ringraziarlo, dimentichiamo l’ufficiale “pater” che deve ammansirlo. Aaron (riecco la Bibbia) Hallam - Benicio Del Toro in forma fisica come una pantera - è un uomo solo ma è dappertutto, è un uomo che ama ma è un’arma che uccide prima che la vittima se ne accorga, è un uomo ma sopravvive nel bosco, era un uomo ma fu addestrato ad essere una macchina. L. T. Bonham - Tommy Lee Jones, la pantera madre - fu il suo istruttore e non lo deve ammansire, perché l’unica soluzione per bloccare la belva solitaria è l’eliminazione fisica, perché Dio disse "Sulla Highway 61". Eppure Bonham aveva avvertito i suoi cuccioli: “Io vi insegnerò a uccidere. (…) La parte fisica sarà semplice, la parte difficile sarà imparare a smettere”.

 

 

Non è un film d’azione, è solo un film bellissimo, dove il marchio di fabbrica di William Friedkin, cioè l’inseguimento, occupa tutta la durata del film e alla fine noi non avremo ancora deciso se fare il tifo per L. T. oppure per Aaron, se a ridurre Aaron in quelle condizioni sia stata l’America o il Kosovo. Alla fine ci rendiamo conto solo che i due attori sono magnifici, che Friedkin in questo genere è inarrivabile e che la stupefacente fotografia di Caleb Deschanel ci ha fatto sentire addosso l’odore e l’umidità della foresta dell’Oregon. E alla fine guai a spegnere sui titoli di coda: aumentiamo il volume, alziamoci in piedi e muoviamoci al ritmo di Johnny Cash, perché “The Man Comes Around”.

 

 

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