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La regola del sospetto

Regia di Roger Donaldson vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La regola del sospetto

di gerkota
7 stelle

Al Pacino è uno dei padreterni del cinema mondiale. Colin Farrell è un bravissimo attore. E così La regola del sospetto, che sarebbe potuto essere un filmetto buono solo per le programmazioni pomeridiane di agosto, è invece un'opera di genere, leggera ma rispettabile. Un thriller spionistico ad alto tasso di tensione grazie anche alla ben fatta sceneggiatura - con dialoghi che funzionano e scene d'azione avvincenti - e all’inappuntabile realizzazione di Roger Donaldson (suo il celebre Cocktail con Tom Cruise nel 1988). La storia è lì per voi nella sinossi. Tanta roba già vista, rivista e sentita. Il perno intorno a cui ruota la parte psicologica del film, è il rapporto tra i due protagonisti: da una lato il veterano della Cia vicino alla pensione ma addetto al delicato compito del reclutamento; dall'altro il suo prescelto dalle promettenti qualità. Ne deriva un qualcosa di affiancabile - per alcuni aspetti - al bellissimo Training Day di Antoine Fuqua (2001) che garantì a Denzel Washington uno dei suoi due Oscar. Stucchevole il ricorso all'espediente della 'figura paterna' mancata al giovane e sfruttando la quale il 'vecchio lupo' riesce a manipolare la concatenazione degli eventi. Non guasta la figura femminile rappresentata da una bellissima e degna Bridget Moynahan (bravina in Io, Robot al fianco di Will Smith nel 2004). Come detto: chi guarda tanti film non rimane certo folgorato dalla profondità e originalità. Ma si tratta di una pellicola che garantisce quasi due ore ad alta pressione e divertimento. Avvincente. Voto 7.

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