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Duello nel Pacifico

Regia di John Boorman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Duello nel Pacifico

di axe
8 stelle

In una fase avanzata della Seconda Guerra Mondiale, il pilota di un aereo statunitense abbattuto finisce in mare e raggiunge una piccola isola nell'Oceano Pacifico, l'unico occupante della quale è un marinaio giapponese, lì presente per motivi ignoti, privo di strumenti di comunicazione e mezzi di trasporto. Tra i due si scatena un conflitto in "miniatura"; s'intralciano a vicenda, sono dapprima carcerieri e, in tale ruolo, infliggono tormenti all'altro, poi prigionieri dell'altro. Infine, costretti dal contesto ambientale - una minuscola isola deserta, ricca di ogni bene che la natura può offrire ma assolutamente priva di infrastrutture - ed umano - la solitudine - i due iniziano a tollerarsi, e, nonostante la reciproca incomprensione linguistica, collaborare, per costruire una zattera in grado di condurli altrove. Riescono, ma le perverse logiche belliche sono sempre in agguato. Diretto da John Boorman, interpretato da Lee Marvin e Toshiro Mifune, questo film unisce avventura e dramma a sfondo bellico. La regìa pone in evidenza con estrema nitidezza come i due protagonisti, costretti ad agire in un contesto avulso da quello dello scenario di guerra nel quale erano coinvolti, sappiano scoprire nuovamente la loro umanità. Dopo una prima fase di schermaglie, quasi dispetti, durante le quali l'americano ed il giapponese si affrontano senza mai, pur avendone la possibilità, mettere veramente in pericolo l'uno la vita dell'altro, gli uomini traggono vantaggio dalla collaborazione reciproca. Nasce una solidarietà che lambisce l'amicizia. Raggiunta una terra dotata di infrastrutture, benchè deserta, i due hanno l'occasione di scalare nuovamente i gradini della "civiltà"; si rasano, trovano uniformi pulite, si concedono qualche lusso, s'informano, leggendo una rivista trovata sul posto. L'istinto lascia spazio ad una ragione, la quale, secondo la, tanto pessimistica, quanto realistica, tesi del regista, porta i soggetti ad impersonare il loro ruolo. Militari schierati su fronti opposti, in uno scenario di guerra spietato; la stessa guerra, in forma di altri suoi ignari attori, decreta la loro fine. Buona l'interpretazione degli unici due attori, i quali, parlando lingue diverse, comunicano tra loro - e con lo spettatore - tramite gesti e mimiche facciali. L'aviatore americano, dalle sue poche parole, sembra implicitamente riconoscere, gradualmente, l'assurdità, non tanto della sua situazione, quanto dell'intero conflitto. Nonostante una conclusione un po' affrettata e le estreme semplicità e linearità della trama, ritengo di dover dare un'ottima valutazione all'opera, proprio per la fortissima critica che eleva alla guerra. Uomini di buona indole, quali di fatto sono i due protagonisti, sono spinti all'aggressività reciproca; si trovano a dover combattere sullo sfondo di una natura lussureggiante ed indifferente, non è ben chiaro in nome di quale ideale o interesse; muoiono all'improvviso e senza motivo.

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