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La finestra di fronte

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

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La recensione su La finestra di fronte

di LorCio
8 stelle

L’operaia Giovanna si è presto sposata col coetaneo Filippo, da cui ha avuto due figli, e ha rinunciato ad aspirazioni e desideri. L’incontro con l’anziano smemorato che si fa chiamare Simone e col bel dirimpettaio Lorenzo la costringono ad un’indagine su se stessa e ripensare la propria esistenza. Scritto dal regista con Gianni Romoli (anche produttore con Tilde Corsi), è il film più maturo ed intenso del turco romano Ferzan Ozpetek e quasi certamente uno dei più sofferti e calorosi melodrammi del cinema italiano recente. Incentrato sul tema della memoria, con un corollario sull’emarginazione e sulla solitudine, trova in Ossessione un archetipo interessante, complice anche la struggente presenza di Massimo Girotti (in un ruolo pensato per Serge Reggiani), monumentale nell’ultimo lavoro per il grande schermo. Il suo misterioso Simone, tormentato dal senso di colpa, dall’impossibilità di modificare il destino e dall’amore impossibile che non finisce mai (il tema di fondo di tutto il cinema ozpetekiano), è la vera chiave di lettura di questo film al femminile. L’altro riferimento suggestivo è La finestra sul cortile se non altro per il voyeurismo di Giovanna che spia l’appartamento di Lorenzo (Raoul Bova), in cui peraltro metterà piede commettendo il “crimine” del tradimento, che in un gioco di specchi è anche il dolore dell’anziano coprotagonista. Film sui codici amorosi e sulla grammatica sentimentale (i messaggi di Simone e Davide nel “posto segreto”, gli sguardi dei due dirimpettai, “tutti quelli che se ne vanno ti lasciano sempre addosso un po’ di sé”), è una storia di fantasmi che comunicano coi vivi (il cammeo di Olimpia Carlisi) e di vivi che non sanno comunicare tra loro (il marito Filippo Nigro) o comunicano troppo (l’amica Serra Yilmaz). Straordinaria Giovanna Mezzogiorno, iconiche le musiche di Andrea Guerra con la fortunata Gocce di memoria di Giorgia.

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