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007. La morte può attendere

Regia di Lee Tamahori vedi scheda film

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La recensione su 007. La morte può attendere

di Beckett
8 stelle

Un bel gioiellino davvero questo nuovo 007: tutto sembra perfetto come un orologio svizzero. Il talentuoso Tamahori regala veramente dei brividi nella sequenza del surf notturno, Brosnan è riuscito nel suo intento di rendere 007 più intimistico (sopratutto nella prima parte), Halle Berry è finalmente la donna che può competere con James Bond e Toby Stephens è un antagonista veramente odioso.
Tutto sembra appunto funzionare alla perfezione...forse anche troppo. Mi spiego meglio: è giusto che un film che deve celebrare i quarant'anni dalla prima pellicola abbia delle "dotte" citazioni che al fan possono far piacere (Halle Berry che esce dalla spiaggia come Ursula Andress, Brosnan che prende un libro di ornitologia scritto da James Bond e Toby Stephens che si lancia con un paracadute con la bandiera inglese come aveva fatto lo stesso 007 nel teaser de "La spia che mi amava", tanto per citare i principali) però che il confronto finale tra Bond e Graves ricordi il finale di "Goldfinger" e la fuga di Bond e Jinx dal retro dell'aereo in elicottero ricordi il finale di "Zona pericolo" (lì Bond si lanciava con una jeep) mi sembra un po' troppo.
E' un vero peccato che questa "corsa" al citazionismo abbia un po' influito sul giudizio complessivo della pellicola, che comunque rimane superiore (per certi versi) alle ultime due.

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