Regia di King Vidor vedi scheda film
Un ricco e dispotico proprietario terriero (Barrymore) ha due figli: uno è un galantuomo (Cotten), l'altro uno scavezzacollo sottaniere (Peck). Entrambi innamorati di una donna mezzosangue dai frequenti palpiti carnali (Jones).
Polpettone tanto indigesto quanto insipido che passò per le mani di ben quattro registi, tra i quali il solo King Vidor risulta nei titoli di testa (i non accreditati furono Josef von Sternberg, Willem Dieterle e Otto Brewer). Di fatto si trattò di un'operazione fortissimamente voluta dal produttore David O'Selznick (qui anche in veste di sceneggiatore su un soggetto ispirato ad un romanzo di Niven Busch, adattato da Oliver H.P.Garrett) per lanciare la stella di sua moglie, Jennifer Jones: operazione miseramente fallimentare, visto che l'unico film di qualche rilievo al quale prese parte la bella mulatta fu L'inferno di cristallo. Costi stratosferici, comparse in quantità industriale, cast stellare: tutto a servizio di un'opera magniloquente, un melodrammone esagerato inguardabile e pieno di eccessi.
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