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Kill Bill. Vol. 1

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Kill Bill. Vol. 1

di ldm26CORI
10 stelle

Chi è Bill? 

 

Ce lo chiediamo per tutto il tempo mentre guardiamo il primo volume di questi due lungometraggi. Chiaro che si capisce fin da subito che deve avere un rapporto complicato con la protagonista di questo cult di Tarantino. Che tipo di rapporto ci sia? Non lo sappiamo ancora. 

L’intreccio del film è molto particolare, in quanto si definisce per capitoli, che hanno un inizio e una fine ben precisa. L’eroina bionda protagonista, abilissima nel destreggiare la spada come una moderna samurai, si trova in una realtá del XX secolo, con i jeans e armi insolite. 

Segue una lista di coloro che deve uccidere, considerando come mantra l’idea che la vendetta sia un piatto da servire freddo. Ma ci affezioniamo a questa assassina nei due lungometraggi; comprendiamo in fondo che l’eroina sia in fondo stata vittima di un abuso che l’ha tenuta in coma per quattro anni e che le ha portato via l’unica cosa alla quale si aggrappa. 

L’intreccio narrativo, seppur semplice, è esemplificato sullo schermo con giochi di colore, riprese, suoni, canzoni, silenzi, presenze e assenze incredibilmente suggestivi. Il passato e il trauma di una della squadra a cui apparteneva la protagonista, un’assassina orientale, trasporta il film in un anime giapponese dove il sangue della violenza inaudita presente in questi film sgorga a fiotti e colora senza stravolgere. Ecco che per limitare l’ossessione al rosso Tarantino riveste le sue carneficine in bianco e nero, dove i grandi massacri sembrano foto di antichi combattimenti tra orientali e occidentali. 

Tra i punti focali del regista, si nota l’attenzione per i piedi, i quali se non fosse riuscita a muoverli la protagonista, riappropriandosi dell’uso delle gambe, non avrebbe mai raggiunto con esito positivo lo scontro con la nemica orientale. 

Lo sfondo invernale, nell’ultimo scontro che osserviamo con sottofondo spagnoleggiante, si macchia ancora di sangue, abbattendo in mezzo alla neve un’altra preda di Uma Thurman la quale, imbattibile, cancella dalla sua lista un altro nome.  

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