Espandi menu
cerca
The Good Girl

Regia di Miguel Arteta vedi scheda film

Recensioni

L'autore

speedy34

speedy34

Iscritto dall'11 luglio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 1
  • Post -
  • Recensioni 744
  • Playlist 11
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Good Girl

di speedy34
4 stelle

Che bisogno c’era di imbarcarsi in omaggi gratuiti e superficiali e scomodare rimandi prestigiosi ma imbarazzanti (il ragazzo depresso legge avidamente le pagine del romanzo di Salinger che porta il suo nome : “Il giovane Holden”!)… o che necessità si celava nelle intenzioni del regista Miguel Arteta di presentare la sua eroina “demotivata” Justine Last come una “Emma Bovary” dei nostri tempi? Tutto superfluo e pretenzioso dopo aver visto il film “The Good Girl” che imbarazza per piattezza di una sceneggiatura noiosa e prova d’attori al limite del sufficiente professionismo. Bisognerebbe chiedere al regista Arteta (vincitore nel 2001 dell’ Indipent Spirit Award per il Miglior Film con l’acclamato, ma da noi sconosciuto “Chuck e Buck”) che cosa l’abbia attirato nella storia, scritta da Mike White, della “buona ragazza” Justine (Jennifer Aniston, una delle pochi attrici che lodevolmente non sfrutta il nome del suo famoso marito Brad Pitt per riuscire ad imporsi sul grande schermo dopo il successo planetario della serie televisiva “Friends”). Lavoro di routine ad un centro commerciale nel reparto cosmetici, l’insoddisfatta fanciulla è sposata al “fumato” Phil (John C. Reilly pericolosamente, dopo “Chicago”, in un altro ruolo di marito tradito che speriamo non finisca per ingabbiare il suo talento nei “soliti” panni dell’uomo comune e perdente!) e malgrado tutti i tentativi i due ancora non sono stati in grado di concepire un figlio. Un bel giorno, al lavoro, Justine crede di trovare qualcosa di molto simile all’anima gemella in Holden (Jake Gyllenhaal, l’eterna promessa!), un ragazzo che risveglia in lei il desiderio sessuale ed emozioni mai provate prima, sino a rappresentare l’occasione di evadere da una vita che la rende tutt’altro che felice. Ma la relazione si trasforma ben presto in un’ossessione senza via d’uscita e Justine si ritrova intrappolata in un caotico intrigo di ricatti, crimini e passione. E se sulla carta la storia , ingannevolmente, potrà sembrare avvincente e coinvolgente si è costretti invece a ricrederci dinanzi ad una regia priva di stile e spessore ed agli snodi poco plausibili e ridicoli di una sceneggiatura che sino alla fine è indecisa su quali toni e sfumature puntare. Tutti quindi rimandati alla prossima occasione: soluzione comunque benevola per un regista ed uno sceneggiatore che al di là dell’Oceano ci sponsorizzano come due nomi emergenti del nuovo cinema indipendente americano, per un’attrice come la Aniston da premiare per la sua caparbietà nella ricerca del film “giusto”, per un attore come Reilly che speriamo, dopo la recente Nomination all’Oscar come Miglior Attore non Protagonista per “Chicago” (la statuetta gli è stata soffiata da Chris Cooper per “Il ladro di orchidee”), abbia più opportunità di poter scegliere tra i copioni e per un giovane interprete come Gyllenhaal, con l’augurio che al più breve possa fare il grande e tanto sospirato salto di qualità!

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati