Espandi menu
cerca
Il cielo sopra Berlino

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

Recensioni

L'autore

bradipo68

bradipo68

Iscritto dal 1 settembre 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 265
  • Post 30
  • Recensioni 4749
  • Playlist 174
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il cielo sopra Berlino

di bradipo68
8 stelle

Due angeli che stanno cadendo dal cielo...La prima volta che vidi questo film non riuscì ad apprezzarlo fino in fondo come del resto molte opere di Wenders frenato dal flusso ininterrotto di parole e simboli che all'epoca mi pareva sfrecciassero davanti ai miei occhi senza una forma definita.E probabilmente anche la compagnia per vedere questo film non era la più adatta tra sospiri ,sbuffi ed esclamazioni di noia.Seppur inconsapevolmente ne rimasi contagiato anche io ma è un ricordo ormai sfumato nel tempo.Ho voluto rivedere questo film e finalmente sono riuscito a stare dietro a tutto quello che si dice,alle simbologie evidenti usate da Wenders ,sono riuscito ad apprezzare il suo sguardo affettuoso su una città che porta ben evidenti a distanza di oltre 40 anni le cicatrici inferte dalla follia dell'uomo.Sono proprio le sequenze dal taglio quasi documentaristico l'anima del film,l'omaggio a una città amata ma ancora terribilmente sfregiata.E'un film che sembra adottare la tecnica joyciana del flusso di coscienza,i personaggi che vediamo ci spiegano le loro paure,le loro ansie,le loro aspirazioni e i due angeli protagonisti discretamente stanno a guardare come sospesi in un limbo tra cielo e terra.Fino a che uno dei due si innamora di una bella trapezista disoccupata e per amor suo sceglie di rinunciare all'immortalità e a farsi uomo,nascendo come essere fallace e mortale nei dintorni del muro di Berlino.E vede il mondo con altri colori e scopre che non è stato il primo a fare una scelta del genere(Peter Falk nei panni di se stesso glielo rivela).E'un film che non lascia indifferenti non sottraendosi del tutto all'accademismo formale di cui spesso Wenders è prigioniero,ma qui c'è di più perchè le sequenze meno costruite,quelle senza attori per intenderci,in cui la cinepresa pone il suo occhio meccanico sulla Berlino di oggi sono degne del miglior documentario ricordando il primo Wenders,quello più spontaneo e meno autoreferenziale.Girato dopo la sua eccellente dal punto di vista artistico esperienza americana alterna un bianco e nero ricco di tonalità (lo sguardo degli angeli)al colore accentuando le tonalità calde(lo sguardo degli umani).Certo non è facile da seguire e molte sequenze di un formalismo esasperato possono inficiare il suo valore.Ma è un film nuovo nella forma,un flusso ininterrotto di pensieri e di ansie che a me ha colpito.A scoppio ritardato ,ma ha colpito....

Su Solveig Dommartin

bella,leggermente inespressiva ma con un sorriso che scalda

Su Peter Falk

si autocita con classe

Su Otto Sander

non il massimo dell'espressività ma forse la parte richiede questo

Su Bruno Ganz

collaudato

Su Wim Wenders

non si sottrae al suo difetto di (Quasi) sempre:l'eccessivo manierismo figurativo,ma qui c'è anche altro soprattutto in quelle sequenze quasi dal sapore documentaristico della Berlino ancora sfregiata

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati