Regia di Louise Courvoisier vedi scheda film
Provincia rurale della Francia orientale. L’adolescente Totone perde il padre, un uomo sempre ubriaco che produceva formaggi, e si ritrova da solo con una sorella piccola. E’ costretto a vendere i beni della piccola azienda di papà, compreso il trattore. Un imprenditore del settore, con una fattoria grande e avviata gli propone di fare le pulizie e le consegne, soluzione che gli consente anche di portare a scuola la sorella e occuparsi un po’ di lei. A causa del carattere ribelle e dei conflitti con i figli del titolare, con cui aveva discusso giorni prima ad una festa per una ragazza, viene cacciato. Ma non demorde e prova a produrre il formaggio da solo con l’aiuto di amici, vuole infatti iscriversi a un concorso che elegge il miglior formaggio della regione e che gli garantirebbe un premio di trenta mila euro…
“Tutto in un’Estate” è il titolo francamente un po’ convenzionale e attira pubblico che alla distribuzione italiana (comunque benemerita: è l’ottima “Movies Inspired”, e questo è senza dubbio un film fedele all’intento!) è venuto in mente per questa sorprendente opera prima di Louise Courvoisier, un coming-of-age dritto, ruvido e onesto e un racconto denso di tematiche umane e sociali. Da cercare assolutamente nelle sale anche se proprio in piena Estate.
A me i coming-of age son sempre piaciuti in linea generale, ma qui devo ammettere che la regista si dimostra molto efficace; proprio da spettatore che ne ha visti tanti non posso che riconoscere in “Holy Cow” una chiave di assoluta aderenza alla realtà ed ottimale verosimiglianza, oltre che uno sguardo carico di emozione. Totone è un ragazzino sveglio, subisce un brusco colpo nella morte del padre (e confida con sincerità ma senza pietismo a un amico “Sono in un bel casino”), è cocciuto perché persevera nel suo obiettivo (di vincere un premio il proprio formaggio DOP, quasi impossibile in verità data l’inesperienza e la mancanza di mezzi e strumenti), orgoglioso e talvolta irascibile, perché non si lascia mettere i piedi in testa, ma anche dolce e responsabile con la sorellina.
Tutto in un'estate! (2024): scena
Un personaggio che non a caso è interpretato da un attore non professionista, quel volto bellissimo di Clément Faveau, che si esprime con lo sguardo tagliente e la durezza dei silenzi. Devo anche aggiungere che non riscontro un difetto che talvolta trovo in certo cinema d’autore, l’autorefenzialità collegata spesso a scelte registiche estreme (esempio zero colonna sonora) che penalizzano la resa complessiva. Che qui è anche ironica, sempre viva, autentica.
Mi ha fatto tornare in mente il bellissimo “Il piccolo ladro” di Erick Zonca (1999), ed è uno straordinario complimento per chi scrive.
Voto (da 1 a 10): 7,5.
Tutto in un'estate! (2024): scena
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