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Prova a prendermi

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Prova a prendermi

di champagne1
8 stelle

Due topolini caddero in un secchio pieno di panna; il primo topolino si arrese subito e annegò, il secondo topolino non voleva mollare si sforzò a tal punto che alla fine trasformò quella panna in burro, e riuscì a saltar fuori...

Quando a 16 anni i suoi genitori si separano e bisogna scegliere con quale dei due andare a vivere, Frank Abagnale decide invece di crearsi una vita autonoma inseguendo il suo sogno più grande, che è quello di volare: per cui si spaccia per un pilota della Pan Am contraffacendosi i documenti e falsificando degli assegni bancari. E' l'inizio di una serie di truffe che portano l'Agente FBI Carl Hanratty, specialista in frodi bancarie, ad occuparsi di lui e mettersi sulle sue tracce. Ma nonostante la giovane età del ragazzo e le capacità investigative dell'FBI, per Carl non sarà affatto facile catturare Frank...

L'abilità di Spielberg è sempre consistita nel prendere delle storie più o meno anonime, caricarle di aspetti emotivi e creare un linguaggio che parla direttamente al cuore dello spettatore.

Questo film è uno delle sue migliori realizzazioni: attori di prim'ordine, storia appassionante, la capacità di empatizzare coi personaggi, una sceneggiatura serrata e un registro di commedia con qualche lacrimuccia di fondo.


Il nucleo del racconto è che il confronto fra Carl e Frank, al di là degli aspetti puramenti giudiziari, permette alle due persone di conoscersi meglio e di apprezzarsi reciprocamente. Soprattutto consente al personaggio di Frank, apparentemente sfrontato e anarchico, di mostrare ciò che gli preme di più: ossia vivere in un posto in cui le figure "parentali" siano presenti e permettano di poter contare sul loro intervento, proprio come in quella famiglia che non aveva mai potuto avere  e di cui prova la più grande nostalgia. Per questo nelle fasi finali è come se il giovane truffatore ritrovasse il padre mancato.


Ma oltre alle performances dei due protagonisti, è anche nelle caratterizzazioni minori che il film risplende: Martin Sheen è bravo nella breve parte del mancato suocero di Frank, ma soprattutto Cristopher Walking - il vero padre - fornisce uno splendido ritratto di un personaggio perdente ma vivo, con uno sguardo costantemente sofferente più per le ferite prodotte dalla vita alla propria dignità che per i propri fallimenti.

 

Insomma uno di quei film che, anche se lo passano in TV in terza serata, ti viene sempre la voglia di guardare!

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