Regia di Andrea Arnold vedi scheda film
Il bel ritorno al cinema di Andrea Arnold, dopo il discusso "American Honey", 2016. Nel mezzo un doc, "Cow", praticamente invisibile. La Arnold con "Bird", torna al Cinema britannico, quello duro e puro delle periferie, ambienti in cui ha dato vita ai suoi film migliori. Questo suo ultimo lavoro, sorretto dalla dodicenne, bravissima, Nykiya Adams nei panni di Bailey, inserisce qualcosa di diverso dentro la "solita" storia di violenza familiare, degrado, droga, baby gang e case più o meno occupate: il personaggio di Bird, uno stralunato Franz Rogowski, porta un tocco fiabesco nella struttura del film, un tocco fantasy, come si scoprirà guardando il film, che non stravolge né affievolisce la durezza del racconto, ma anzi lo arricchisce, per una volta, di speranza. Ecco che, quindi, "Bird" slitta quasi verso "The Animal Kingdom" o "Skellig", ma senza diventare mai né l'uno né l'altro. Due ore molto solide, con storie minimali che s'intrecciano, in una coralità viva, vivissima, seppure piagata da una vita difficile e senza sbocchi. Sullo sfondo il grigio mare britannico e la voglia di Bailey di credere in un po' di bellezza mentre la seguiamo entrare nel mondo degli adulti. Film leggermente diverso, rispetto al suo passato più remoto, ma altrettanto riuscito: Andrea Arnold non è e non sarà mai, una regista banale. Fortemente consigliata la visione in lingua originale. Ottimo.
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