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Harry Potter e la camera dei segreti

Regia di Chris Columbus vedi scheda film

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La recensione su Harry Potter e la camera dei segreti

di Rosencrantz
4 stelle

Come già per la prima pellicola, vanno subito messe da parte tutte le discrepanze e libertà prese dagli autori rispetto al libro: un film vive necessariamente di vita propria, ed i suoi creatori hanno il diritto di rimescolare come meglio credono la materia originale, specie in forza delle evidenti diverse esigenze narrative dei due media. Nel caso di un romanzo "ingombrante" come questo, c'è da notare però che la capacità (o la volontà) di adattamento risulta ancora una volta castrata, ed il film paga il dazio ad una saga ricca di dettagli che, messi sul grande schermo, appesantiscono non poco la narrazione.
Il vantaggio di questo sequel era il non dover usare parte del film per introdurre i personaggi, e poteva quindi entrare subito nel pieno della storia accantonando le inevitabili lentezze del capostipite: purtroppo gli autori sprecano l'occasione, e se pure la pellicola parte decisamente bene con una caratterizzazione più approfondita soprattutto dei personaggi di contorno (deliziosa la famiglia Weasley), si perde nuovamente nei rivoli della storia disperdendosi in un'infinità di sequenze marginali che, se pure manderanno in sollucchero i lettori, appesantiscono non poco il ritmo del film (su tutti la pur eccellente sequenza del Quidditch, non poco debitrice nei confronti di Lucas ma superflua come la corsa degli sgusci in EPISODIO UNO). Columbus è un regista più che mediocre, capace solo di abusare del dolly e di affidarsi in toto al reparto tecnico, mancando del benchè minimo senso del ritmo al punto da rendere incolore ed a-climatica ogni singola scena d'azione (e la piatta colonna sonora non aiuta affatto), toccando l'apice nel confronto finale in cui la sceneggiatura ci mette del suo per rendere più noioso il tutto, con il cattivo logorroico che spiega per filo e per segno il proprio piano mentre cerca di far fuori il buono (e lo spiega pure male!). Ancora una volta la magia risulta un elemento decorativo del film, quasi del tutto ininfluente ai fini della narrazione e praticamente mai usata dal "grande" Harry Potter: nei romanzi ci sarà anche una giustificazione per tutto questo, ma in un film suona solamente ridicolo che un "Grande Mago" debba salvare la giornata sempre e solo grazie a muscoli (!) e cervello...
Non mancano numerosi buchi di sceneggiatura (la presenza di Lockhart è davvero ingiustificata, specie nel finale, e qualcuno dovrebbe spiegare perchè Harry scelga di salire su una scivolosissima statua a forma di testa per il combattimento finale!), e nel complesso la pellicola è lenta e noiosa esattamente come la prima, meritando per questo un voto inferiore proprio in virtù della perseveranza. Il protagonista è sempre più inespressivo, mentre i suoi amici mostrano una lenta ma marcata crescita recitativa, e spiace una volta di più che ai numerosi, eccellenti attori presenti vengano riservate parti insignificanti: una citazione è doverosa per l'immenso Branagh, divertito in un personaggio che pare la sua parodia d'attore, e per Rickman, che nel duetto col regista-attore inglese pare riprender colore.
Infine, un suggerimento: al termine degli interminabili titoli di coda c'è un "cappello" alle peripezie di Lockhart che vale la pena essere visto. Siccome nei nostri cinema è ormai impossibile restare in sala oltre un minuto dopo la fine del film, consiglio caldamente di entrare in sala prima che si esauriscano i titoli di coda della proiezione precedente: non vi capiterà nessuno spoiler, tranquilli, ma è praticamente l'unico modo per vederla...

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