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Le armonie di Werckmeister

Regia di Béla Tarr vedi scheda film

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La recensione su Le armonie di Werckmeister

di bradipo68
10 stelle

Il Sole fermo nell'Universo ellittico e intorno una pletora di satelliti danza ubriaca di frammenti dell'oscurità che ciclicamente la attanaglia.Tutto questo ottenuto in un bar pieno di avventori recettivi alla rappresentazione dell'eclissi solare.Le ombre si allungano sull'asfalto lucido,le figure si fanno piccole in lontananza,un pianoforte assieme a un violino intona la sua triste melodia,la cinepresa si sottrae,va via,si rifugia essa stessa nelle ombre che ha generato.La squillante casualità del quotidiano in pianosequenza,il fluire degli avvenimenti immesso in un pentagramma musicale,una terra senza tempo immersa in una incantata oligocromia tra bianchi,neri,grigi in varie combinazioni e in svariati gradi di contrasto. La cinepresa di Bela Tarr si muove lenta ma costante,lieve quasi rifuggendo l'urgenza di inquadrare quello che accade,che sia una lenta marcia pseudomilitare o una spedizione punitiva in un ospedale/ospizio a rovesciare le sue povere suppellettili e lasciarsi abbandonare ad atti di inconsulta violenza. Le armonie di Werckmeister è un film di sensazioni evocate da una visione che lentamente cattura e avvolge con delicatezza nelle proprie spire affabulatorie. Più che cinema questa è liturgia dello sguardo,quello a cui ci invita il regista è un rituale mistico pagano di solennità religiosa,una fonte purificata a cui abbeverarsi,un esperienza multisensoriale totalmente appagante. L'armonia è solo celeste,l'uomo può solo rovinarla.L'apparizione di un grosso container con all'interno una balena impagliata ma soprattutto l'evocazione di un piccolo Principe(rimasto invisibile a tutti) determina nel paese un totale sovvertimento dell'ordine precostituito.Un palese racconto allegorico in cui la vita senza scossoni viene totalmente sradicata e sovvertita da una inenarrabile violenza.Raramente mi è accaduto di empatizzare una sequenza di film come mi è successo qui con l'assalto all'ospedale da parte di una marmaglia incolta e distruttrice:i letti vengono ribaltati,i malati picchiati con spranghe di ferro e bastoni,tutto viene distrutto fino all'apparizione di un vecchio,nudo,immobile,circondato di luce che solo con la propria impalpabile eppure immanente presenza riesce a fermarli.E arrivano anche i carri armati e persino un elicottero nel finale a stridere con la loro modernità in un villaggio per cui il tempo sembra essersi fermato. Un personaggio afferma che per Werckmeister la musica era espressione della divinità nella sua perfezione armonica. Tarr ci cala nell'imperfezione di un mondo che procede dritto verso il baratro. E'il primo film che vedo di questo singolare cineasta ungherese:impossibile dare coordinate stilistiche perchè questo cinema è assolutamente originale ma se dovessi indicare un nome da accostare a questo film di Tarr il primo che mi viene in mente è il Werner Herzog dei primissimi anni '70,quello di Anche i nani hanno cominciato da piccoli più che altro perchè entrambi parlano di rivoluzione usando la tecnica del racconto allegorico. Ripeto che comunque ogni paragone con altri cineasti è assolutamente superficiale e fuorviante. Tarr somiglia solo a se stesso.

Su Béla Tarr

in oltre 140 minuti ci sono solo 39 scene.Il pianosequenza è il suo verbo.

Su Lars Rudolph

eccellente

Su Hanna Schygulla

apparizione notevole

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