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I due orfanelli

Regia di Mario Mattòli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I due orfanelli

di cherubino
8 stelle

Film "di recupero"! Hanno pronte le scenografie per girare un poliziesco ambientato un secolo fa.. Le si potrebbero intanto utilizzare per farci un film comico. Un susseguirsi ininterrotto di gags, invenzioni e battute. Dette come le sapeva dire Totò, si ride alla grande. E anche Campanini è molto divertente

* I DUE ORFANELLI (1947)

https://www.youtube.com/watch?v=cm4a7eF9UOw

 

Film "di recupero"! Produttore (Excelsa , di Roma) e regista (Mattoli ) hanno pronte le scenografie per girare un film poliziesco ambientato un secolo fa: "Il fiacre numero 13 (Delitto)". Immagino che le cose siano andate più o meno così:

"Le si potrebbero intanto utilizzare per farci anche un film comico. Basterebbero tre o quattro settimane se TOTO', che fa rivista con la Barzizza, fosse disponibile... Ok. Come soggetto Rastier  qualcosa fa presto ad inventarselo se non l'ha già pronto.... Beh, qualcuno può dargli una mano, anche per la sceneggiatura. Sì, si può fare una parodia di 'Le due orfanelle'. Per il secondo orfanello l'ideale sarebbe Campanini, amico di Totò, che ha le physique du röle... Bene, si parte!" (1)

E "I due orfanelli" è sugli schermi, con successo, già nello stesso anno 1947; il poliziesco uscirà l'anno seguente.

 

Totò ha già 49 anni e per fortuna nostra con questo film inizia a convincersi (gran merito di Mario Mattoli: quattro film consecutivi, tutti con lui, dal '47 al '49) di dedicarsi prevalentemente (e presto esclusivamente) al cinematografo (2): ci resteranno di lui quasi un centinaio di film (mi pare 97). (3)

Aveva già fatto coppia con Campanini due anni prima in "Il ratto delle Sabine" e s'era creato un buon rapporto fra loro. Carlo ne parlò in questi termini: "...non lo conoscevo ma ero suo ammiratore per il teatro. Io dovevo girare contemporaneamente 'Le miserie di Monsieur Travet' e quindi dovevo sdoppiarmi tra un personaggio tragico, drammatico e quel personaggio con Totò che era tutt'altra cosa. Con lui mi sono trovato molto bene anche come conoscente, non dico amico perchè di Totò veri amici non ne ho conosciuti mai, si vede che li aveva in altro ambiente, non in quello del cinema".

Probabilmente però la loro "era" amicizia, o qualcosa di simile che per deferenza Campanini non voleva chiamare così, perchè il buon Carlo il 25 ottobre del 1945, dopo aver recitato per la prima volta col Principe, fu iniziato alla massoneria nella loggia di cui Antonio De Curtis era il Gran Maestro Venerabile. (4)

 

Carlo Campanini, torinese, che mi sembra oggi piuttosto dimenticato, fu un ottimo attore, anche protagonista in qualcuno dei suoi 66 film. E anche un buon tenore (agli inizi della carriera, in operette e riviste).

Il mio ricordo personale risale al 1954: lo vidi girare qualche scena, con il protagonista (e regista) Aldo Fabrizi, in Piazza San Francesco: "Hanno rubato un tram". 

Il ruolo da protagonista per il quale lo sento citare più spesso è proprio quello del Signor Travet (termine entrato nella lingua italiana ad indicare un impiegatuccio vessato, schiavo del dovere; letteralmente, travicello, o travetto, appunto, meno comunemente).

Altro ruolo di successo fu quello al fianco di Nazzari in "Il bandito", del 1946.

Ma è noto soprattutto come validissima spalla di Walter Chiari (i fratelli De Rege: "Vieni avanti cretino!"). 

Non lo vedo invece mai indicato come partner di Totò tra le sue più famose "spalle" (Peppino, Fabrizi, Taranto, Macario, anche Tieri... e certo ne dimentico qualcuno) eppure ha girato al suo fianco ben sette pellicole, che riporto in calce. (5)

In "I due orfanelli " lo si può considerare coprotagonista.

 

Circa la vicenda narrata nel film, mi sembra di poter dire che il riferimento a "Le due orfanelle" (peraltro da me non conosciuto) vada poco oltre il titolo, sia cioè una semplice scusa per far partire una trama in cui la fantasia di chi l'ha pensata si è sbizzarrita senza freni, prendendo spunti i più diversi dalla memoria oppure inventando, senza il vincolo di nessi logici o di una qualche verosimiglianza: insomma, una trama "sognata". Proprio così, come accade nei sogni, che spesso non hanno senso o magari lo sembra ed invece ce l'hanno; e talvolta ci fanno paura ma finiscono bene, oppure ci svegliamo di soprassalto quando stanno per finire troppo male. 

Dunque, qualche cenno sulla trama avrei anche potuto farlo senza l'indicazione "spoiler", perchè non è molto importante: più importante è il permesso di partecipare al sogno che ciascuno dei tanti personaggi (e relativi interpreti) ha avuto, che sicuramente è stato sottoposto ad un'unica condizione valevole per tutti: dare il proprio contributo, se utile anche improvvisando, al nostro divertimento.

Li ho elencati in calce per non dimenticarne qualcuno  e non appesantire con troppe parentesi il breve riassunto che sto per esporre. (6)

 

Solo qualche flash, se ne sarò capace, perchè altrimenti occorrerebbe un paio di pagine. Ma basterà per dare un'idea.

Cominciamo dalla chiromante. Che sia formidabile lo si capisce subito: quando Gasparre e Battista vanno da lei, ha appena predetto ad una coppia che avranno un figlio e sarà maschio; non hanno ancora finito di scendere le scale e nasce il figlio!

Nessun problema con una ciocca di capelli, dunque: "Sono i capelli di un uomo di 33 anni che si chiama Gasparre ed è figlio del Duca di Latour-Lafitte". Che nel frattempo non è più fra i vivi e quindi "Sono duca! E tu, Battista, sei il mio amministratore". I nobili parenti lo accolgono bene, d'altra parte non ci sono dubbi: le pareti del palazzo sono piene di ritratti con il volto di Totò. Ma è solo apparenza, cercano di farli fuori. Prima con una bomba truccata da carillon (ma l'attentato fallisce). Poi con le grazie della bella Suzanne che "fa parte del patrimonio di famiglia, eh..": "Fai tutto quello che vuoi!" "Allora mi tolgo le scarpe". Ma non può sottrarsi ad un duello col marito di lei "..domattina al Bois de Boulogne". Sono tempi a rischio di rivoluzione, per equivoci si crea una rissa e intervengono le guardie, così il duello non si fa e i nostri due eroi riescono ad allontanarsi. Ma Gasparre, nel caos, si ritrova nelle mani un copricapo dalla foggia inconfondibile. "Sire, abbiamo saputo che eravate in pericolo e siamo venuti a salvarvi!" Qui c'è una battuta di Gasparre creduto Napoleone memorabile per l'immediato dopoguerra (non solo fascisti non ce n'erano più ma partigiani ne spuntavano come i funghi..): "Siamo in 15 eh, non facciamo poi che fra un anno siamo in 40.000, quando si fa il raduno.".............. E poi (saltando qualcosa) ....i due vengono imprigionati, in una cella il cui soffitto scende inesorabile, ma all'ultimo momento si apre un pertugio in una parete e sono salvi: chi poteva essere? Ovviamente l'abate Faria (!), che continua a sbagliare l'uscita. Ma ha sempre con sè un trapano.. Nuovo tentativo ma anche stavolta.. finiscono nella stanza di Napoleone III che li crede rivoluzionari e li condanna alla ghigliottina. Però Battista riesce a fuggire e scoprirà, con suo iniziale disappunto, di essere figlio del boia di Parigi. Come finirà?

 

Per quel che ho scritto, può sembrare un polpettone insulso ed immangiabile, invece è un susseguirsi ininterrotto di gags, invenzioni e battute. Che saranno magari battute da rivista teatrale dell'epoca ma "dette come le sapeva dire Totò" nei teatri si rideva alla grande. E anche Carlo Campanini è molto divertente.

 

Isa Barzizza, nata nel novembre del 1929, è la principale interprete femminile, allora giovanissima soubrette teatrale e in seguito attrice apprezzata. Non ha qui un ruolo che le consenta di esprimere tutto il suo talento: Matilde (il suo personaggio) è la più carina in un orfanotrofio femminile che in realtà ospita solo trovatelle e (flashback) era lei che voleva scoprire le sue origini ed aveva affidato a Gasparre (uno dei due "orfanelli" adibiti ad aiutare la direttrice nella gestione dell'istituto) una ciocca di capelli da sottoporre alla chiromante, ma lui l'aveva perduta. 

Il Maestro Pippo Barzizza, suo padre, dirige le musiche di questo film, composte da Eldo Di Lazzaro

Fotografia di Jan Stillich e Tino Santoni. Montaggio di Ferdinando Tropea. Scenografia di Gastone Medin e Roland Quignon. Costumi di Maria De Matteis.

 

La mia opinione sul film è "da non perdere", ammenochè odiate le parodie. Io le adoro e da quelle ho voluto cominciare il mio personale omaggio al Principe, recensendo tre film di Mattoli che lo sono o appartengono al genere farsesco, che pure apprezzo quando produce autentico divertimento. Tre film abbastanza "corali" e che non sono fra i più celebrati, forse perchè Totò non è accompagnato dai partners più consueti. Quattro stelle.

 

.....................................................................................................................

 (1)

Mario Mattoli diresse "Fiacre numero 13 (Il delitto)" insieme con il francese Raoul Andrè.

Excelsa produsse anche quel film, insieme con Minerva Film ed una casa di produzione francese.

Jacques Rastier di quel poliziesco curò la sceneggiatura. Per "I due orfanelli" si occupò, in collabora zione con Agenore Incrocci e Steno, sia del soggetto sia della sceneggiatura.

 

 (2)

I quattro film consecutivi interpretati da Totò con la regia di Mario Mattoli furono: I due orfanelli (1947), Fifa e arena (1948), Totò al giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949).

A teatro, la Compagnia di Rivista Totò - Barzizza presentò "C'era una volta il mondo" (di Michele Galdieri) nel 1947/48.

Nel 1949/50 ai due titolari si aggiunse un altro nome (Elena Giusti) e divenne "Grande" Compagnia, che si esibì in "Bada che ti mangio!" (di Galdieri - De Curtis) nel 1949/50.

Null'altro fino a tutto il 1955, mentre fra il 1950 e il 1955 al cinema si videro ben 31 nuovi film di Totò!

Totò lo si rivide a teatro solo nel 1956, con la soubrette Yvonne Menard, in "A prescindere": fino al maggio dell'anno seguente, quando fu costretto a interrompere per grave malattia agli occhi (ultima sua presenza in palcoscenico al Teatro Politeama di Palermo).

Da allora, solo cinema, ma la sua vista peggiorò a tal punto da renderlo, qualche anno dopo, quasi cieco.

 

 (3)

Il teatro è splendido ma purtroppo delle interpretazioni non resta nulla. E così, per esempio, rimpiangiamo di non aver "quasi" nulla di chi pure  - in campo comico - è stato sicuramente un grandissimo "anche" come attore,  Ettore Petrolini: certo, rimane tutto quel che ha scritto (ma recitato da altri è tutt'altra cosa). Nato non tanti anni prima di Totò (quattordici) ne visse solo cinquantadue, lasciandoci prima della guerra (1936). E fu comico fino alla fine; ormai in punto di morte, al medico che per incoraggiarlo gli aveva detto di averlo trovato piuttosto ristabilito: "Meno male così moro guarito".

 

 (4) 

La cosa non durò molto tempo. Riavvicinatosi alla fede, Campanini abbandonò la massoneria in obbedienza alle leggi della Chiesa cattolica. A ciò non fu probabilmente estraneo Padre Pio da Petrelcina (ora Santo), verso il quale l'attore torinese ebbe sempre una straordinaria devozione, fin dal 1939 (anno in cui ebbe inizio la sua attività cinematografica), nota anche nell'ambiente al punto che venne chiamato "il sagrestano di Padre Pio". Per lui (e per la sua famiglia) fu sempre un vero e proprio padre spirituale. La sua vita ebbe fine nel 1984, all'età di 78 anni. E da allora Carlo riposa nel cimitero di San Giovanni Rotondo.

 

 (5) 

Questi i sette film in cui Carlo Campanini è al fianco di Totò:

1) Il ratto delle Sabine (1945);

2) I due orfanelli (1947);

3) I pompieri di Viggiù (1949);

4) Sette ore di guai" (1951);

5) Totò terzo uomo (1951);

6) Il più comico spettacolo del mondo (1953);

7) Un turco napoletano (1953). 

 

 (6) 

Principali personaggi ed interpreti del film "I due orfanelli":

Gasparre = Totò; Battista = Carlo Campanini; Matilde = Isa Barzizza;

Direttrice dell'orfanotrofio = Ada Dondini; Chiromante Madame Thérése = Annette Piovre; Il duca Filippo = Nerio Bernardi; Il signor Deval = Raymond Bussiéres (doppiato da Lauro Gazzolo); Suzanne de la Pleine = Franca Marzi; Il giudice = Guglielmo Barnabò; Giorgio, l'ufficiale = Galeazzo Benti; Il maggiordomo = Mario Castellani; Un ufficiale (capo delle guardie) = Raimondo Vianello; Il generale = Ughetto Bertucci; Il boia di Parigi= Luigi Almirante; La domestica del boia = Dina Romano; Napoleone III = Luigi Erminio D'Olivo; Il segretario di Napoleone = Achille Majeroni; Il cinese = Totò Mignone; Il custode del parco = Paolo Ferrara; Una collegiale = Irene Genna; Una collegiale = Vera Bergman; Il direttore del club = Giorgio Capecchi; Il cameriere del club = Lionello Zanchi; L'abate Faria = Nico Pepe; Voce narrante = Mario Besesti.

 

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