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El Alamein - La linea del fuoco

Regia di Enzo Monteleone vedi scheda film

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La recensione su El Alamein - La linea del fuoco

di barabbovich
8 stelle

Bisogna guardarlo, questo El Alamein, opera terza di Enzo Monteleone, per capire cosa fossero le smanie espansionistiche e criptoimperialiste del fascismo persino davanti agli occhi ingenui di uno studente di lettere che, per amor patrio, parte come volontario per raggiungere un contingente di disgraziati nel bel mezzo del deserto africano, presso il presidio di El Alamein, dove una milizia colabrodo, senza acqua né viveri, ha l'assurdo compito di sfondare la linea di difesa inglese. Bisogna guardarlo per capire quanto ingenuo fanatismo, quanta ignoranza, quante stramberie potessero ingurgitare, ieri come oggi, anche le persone con qualche mezzo culturale in più.
Il romanzo di formazione che ha per protagonista Paolo Briguglia è la storia di una fine senza fine, una vicenda umana dove la convivenza con la dissenteria e gli scarafaggi è all'ordine del giorno, la propria pipì l'unica risorsa idrica, le pretese degli stati generali dell'esercito irragionevoli, la lotta per la sopravvivenza una scommessa a cui votarsi sperando nei miracoli (non più di tre a testo, però). Tanto chi comanda - siamo nel 1942 e a palazzo Venezia c'è Mussolini - sta comodamente a casa a dare ordini.
Prova convincente diretta come un'opera corale, con gli scenari del deserto (quello egiziano ma anche quello del Marocco) a suggerire immagini bellissime e inquietanti. Peccato che, di tanto in tanto, faccia capolino un po' di retorica. Cammei per Orlando, Cederna e Citran.    

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