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I due marescialli

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su I due marescialli

di GIMON 82
8 stelle

L'idea di questo film nacque da Toto' influenzato senz'altro dal successo di pellicole come "La grande guerra" e "Il generale Della Rovere" del 1959, che ponevano al centro dell'attenzione l'italia nel pieno del secondo conflitto mondiale e il personaggio dell'italiano cialtrone e vigliacco che sopravvive come puo', riscattando in un finale eroico un esistenza grama.Diretto da Sergio Corbucci con grande ispirazione e sorretto da una sceneggiatura di spessore che riesce a coniugare tragedia e commedia,dramma e farsa,finendo per sfociare in un affresco di costume e riflessione sui vizi nazionali. Questo film si avvale oltre che della presenza di Toto' di quella di Vittorio De Sica reduce del successo del "Generale Della Rovere" che con questo film ha molte analogie.La storia è ambientata a ridosso dell'armistizo del 1943 ed è quella di un ladruncolo di valigie nelle stazioni ferroviarie,Antonio Capurro(Toto') dopo un furto favorito da un travestimento da prete viene arrestato dal maresciallo Cotone(De Sica),ma un bombardamento favorisce la fuga del primo, che indossa gli abiti del maresciallo prendendone praticamente il posto,da questo momento c'e' un susseguirsi di equivoci tragicomici,con Capurro che si veste di finta autorita' per la sua falsa divisa e il maresciallo Cotone che veste gli abiti talari con notevole imbarazzo.La riuscita del film oltre che per la regia e sceneggiatura è favorita da un naturale "feeling partenopeo" che intercorre tra i due grandi attori,entrambi provengono dalla scuola napoletana e in questo film la loro recitazione è basata su un amalgama di stili sospesi tra il tragico e comico con passaggi di notevole intensita' emotiva che ricordano moltissimo "Il generale Della Rovere" anche se qui i toni sono piu' ironici. Toto' veste i panni del ladruncolo vigliacco e De Sica da vita con gran classe e ironia ad un integgerrimo maresciallo dell'arma,nel film di Rossellini veniva ricalcata molto l'Italia cialtrona che si riscatta eroicamente e tragicamente,qui c'e' Toto' che dapprima è un pulcinella scarpettiano,salvo poi diventare un inconsapevole eroe,il tutto riassunto nella sua frase: "Maresciallo ho vissuto tutta la vita male,mi lasci almeno morire bene" tutto rappresenta dunque alla perfezione un affresco italico di vizi e virtu' popolari incarnati sublimamente dai due "compari".Se vogliamo la "furbizia" degli sceneggiatori e di Corbucci è quella di coniugare alla perfezione una caustica veduta dei repubblichini e delle SS,visti in questo film alla stregua di perfidi clown che hanno dalla loro un fondo di idiozia con  Gianni Agus irresistibile podesta',la sintesi di tutto cio' è l'immancabile "pernacchio" di Toto' nei riguardi del tenente Kessler,nella filosofia del principe il pernacchio assume diversi significati,puo' smitizzare,umiliare,deridere ed assumere cosi'  un significato universale,in questo contesto diventa una sorta di fragorosa ed esultante forma di ribellione contro un orrendo e feroce potere....con un seguito da stupendo avanspettacolo e Toto' che improvvisa un "analisi del pernacchio".Un film gustoso e ironico nell'insieme con tratti anche malinconici che lo rendono una sorta di "Generale della Rovere" in chiave tragicomica,ma se nel capolavoro rosselliniano tutto era tragico compreso il finale,qui c'e' una catarsi assicurata per lo spettatore, il ladruncolo è fortunosamente sopravvissuto e il maresciallo è ancora alle sue calcagne in un balzo avanti di circa 20 anni......

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