Regia di Jan Sverák vedi scheda film
Jan Sverak vinse Golden Globe e Oscar per il miglior film straniero, nel 1996, con “Kolya”, imprevisto successo internazionale. Adesso si ripresenta con un film sempre sceneggiato da suo padre (che in “Kolya” era anche attore), finanziato con capitali internazionali e già grande successo in patria. 1950, Cecoslovacchia, regime comunista. Franta, pilota di caccia, è rinchiuso in un campo di lavoro, accusato di essere un nemico del popolo: nel 1939, sotto l’occupazione nazista, è fuggito con Karel, suo giovane amico, anche lui pilota, hanno raggiunto l’Inghilterra e si sono arruolati nella Royal Air Force. Hanno fatto la guerra insieme, si sono innamorati della stessa donna e la loro amicizia è stata sul punto di rompersi. Avventure nei cieli e nei cuori, sfide cavalleresche e morti eroiche. Gli Spitfire che si schiantano a terra e si inabissano in mare: ma anche il cottage sperduto nella campagna dove si è accolti dalla moglie di un marinaio dato per disperso. Su tutto, la patina di un tempo lontano e di un cinema romantico come non se ne fa più. Non volteggiamo alle aeree altezze dei film bellici e amorevoli degli “arcieri” Powell e Pressburger. Però, qua e là, qualcosa di quelle atmosfere aleggia anche qui.
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