Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Notevolissimo ritratto del (nefasto) incontro fra tre destini infelici. Dal giovane Garrone un film ben confezionato seppur non ai livelli dei futuri capolavori “Gomorra” e “Reality”.
“L'imbalsamatore”, è stato il quarto lungometraggio diretto dal talentuso regista romano Matteo Garrone, nonché la pellicola che l'ha imposto all'attenzione della critica nazionale (e non solo, partecipò a Cannes) a soli 34 anni. È l'incrocio di tre destini, nessuno dei quali troppo felice, e un'analisi spietata del risultato di tale incontro. Parafrasando Maestro Leone lo si potrebbe quasi definirsi un “La bella, il debole e il cattivo”. Il film presenta qualche pecca, non siamo ai livelli magistrali raggiunti in seguito co “Gomorra” e “Reality”. In particolare la figura di Peppino, soprattutto nella seconda parte del film, viene identificata troppo come quella del 'cattivo', appunto, lasciandogli davvero poche chances di redenzione, ma il tutto è ben confezionato e ci regala un'eccellente panoramica sul potere di passioni e ossessioni. Da vedere.
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