Espandi menu
cerca
L'imbalsamatore

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FilmTv Rivista

FilmTv Rivista

Iscritto dal 9 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 242
  • Post 80
  • Recensioni 6309
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'imbalsamatore

di FilmTv Rivista
8 stelle

Parte da un fatto di cronaca (l’omicidio di Domenico Semeraro, detto “il nano di Termini”, avvenuto a Roma nel 1990) ma subito prende direzioni iperrealistiche la quarta bellissima prova nel lungometraggio di Matteo Garrone, giustamente assai apprezzata a Cannes 2002 alla ”Quinzaine”. Se in ”Terra di mezzo”, “Ospiti” ed ”Estate romana” le storie erano, innanzitutto, questioni di geografia, di urbanistica applicata ai confini territorialmente e sociologicamente di frontiera, ne ”L’imbalsamatore” Garrone si inoltra nelle strade perdute della psiche, nelle contaminazioni chimiche di tre personaggi così lontani e così diversi tra loro da tracciare percorsi dentro gli spazi e nelle distanze creati dall’impossibilità di essere normali. Non a caso l’ambientazione galleggia nello spettrale Villaggio Coppola del litorale casertano: una specie di ”incubo inurbano”, dove l’architettura è un optional e gli uomini ombre stagliate all’orizzonte. Più che David Lynch (il riferimento oggi più facile e immediato), ritornano in mente Fassbinder e i suoi ambigui dolori. Quei dolori, quegli scarti, quell’ovvia incomprensione che impediscono a un uomo troppo piccolo, a un giovane troppo alto e a una ragazza con la bocca rifatta di interagire, di parlarsi e di vivere se non in forma di violenza.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 37 del 2002

Autore: Aldo Fittante

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati