Regia di Paul Weitz, Chris Weitz vedi scheda film
Incontro tra un adulto benestante nullafacente ed incapace di costruire nulla di solido e duraturo nella sua vita ed un ragazzino immerso in una situazione familiare problematica, costretto ad assumersi responsabilità maggiori di quelle proprie della sua età.
La fine è (quasi) nota, ma questo film di Paul e Chris Weitz, pur toccando tematiche e situazioni già narrate e declinate sotto varie forme sul grande schermo, riesce ad essere una godibile commedia con retrogusto amaro, pervasa da un sentore di anticonformismo, a volte spontaneo a volte un po' più forzato, e che si conclude un po' prevedibilmente con l'accettazione dei propri difetti e limiti da parte dei personaggi, nonchè con la consapevolezza che le peculiarità individuali, anche laddove oggettivamente origine di problemi personali e sociali, non sono necessariamente incompatibili con la propria felicità, a patto di essere disposti ad accettare se stessi per quello che si è ed aprirsi all'interazione col prossimo. Alla fine risulta tutto un po' troppo facile, ed è qui che il film resta comunque una commedia.
Hugh Grant ovviamente è perfetto per una parte che sembra essergli stata cucita su misura, ma anche Toni Collette ha modo per dimostrare ancora una volta la sua bravura e grande versatilità.
Merito dei registi è quello di procedere nella narrazione senza indugiare e rimacinare troppo le diverse situazioni ma di muoversi continuamente tra i diversi quadri, accompagnando la maturazione e presa di autocoscienza da parte dei diversi personaggi.
Da segnalare il giovane Nicholas Hoult che già ad inizio carriera era davvero bravo e accentrava su di se l'attenzione in modo molto naturale.
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