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About a Boy. Un ragazzo

Regia di Paul Weitz, Chris Weitz vedi scheda film

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La recensione su About a Boy. Un ragazzo

di Andreotti_Ciro
8 stelle

Will Freeman, trentottenne single e benestante, durante le sue giornate frazionate in unità di trenta minuti riorganizza il proprio tempo fra shopping, guardare la TV e dare la caccia a donne sole.

   

Compiaciuto di un’esistenza priva di scopi, le convinzioni di Will Freeman saranno messe a dura prova da un tourbillon di avvenimenti che lo coinvolgeranno nella vita di un paio di residuati del “Flower Power”: Fiona, appassionata della cantante Joni Mitchell e suo figlio Marcus, un dodicenne pieno di complessi che troverà proprio in Will, e durante infinite chiacchierate con questi, un sostegno per risolvere i propri problemi con i compagni di classe, con la madre e con il padre che l'ha lasciato. Al tempo stesso Marcus aiuterà Will a rendersi utile, a non essere più un egocentrico menefreghista e a trasformarsi in qualche cosa di più di un adolescente mai cresciuto. Il finale giungerà in un momento nel quale non vorremmo abbandonare ancora i due ragazzi incapaci di sciogliere il dubbio del titolo, ovvero se sia il “ragazzo – bambino”, diventato adulto, oppure “l'adulto – ragazzo” a essere finalmente cresciuto. Supportato da una colonna sonora di primissimo livello, scritta per l’occasione da Badly Drawn Boy e ormai diventata un must fra i cultori della musica Pop, About a Boy può fregiarsi, per ammissione dello stesso Grant, di essere uno dei migliori spaccati di vita riguardanti gli usi e costumi degli scapoli ultratrentenni. Lo stesso Grant, ha sentito talmente "sua" questa parte, al punto di sobbarcarsi numerosi viaggi alla volta di New York per trattare i diritti della pellicola con la produzione marcata Tribeca e con Robert De Niro in persona. Riuscendo a svestirsi, almeno per una volta, del ruolo di seduttore imbranato, ormai incollatogli addosso dai tempi di Quattro matrimoni e un funerale e vestendo invece quelli dell'approfittatore donnaiolo. Riuscendo a calarsi nel ruolo di questo nulla facente a suo modo dal cuore d’oro. Dimostrando come fosse possibile una svolta nella propria carriera successivamente frenata dal ritorno a commedie ben più soft. Al tempo stesso contribuendo ad un’attenta rilettura della sceneggiatura, in collaborazione con lo stesso Hornby, che per la terza volta ha concesso un suo romanzo al mondo del cinema, dopo le esperienze di Febbre a 90° e Alta fedeltà. I fratelli Weitz, alla loro prima uscita dopo il successo di American Pie, cambiano la loro comicità sboccata adattandola ad uno dei migliori interpreti di commedie brillanti in circolazione. Tutto questo lavoro porta a una piece ben orchestrata, tra gli istrionismi di un Grant in piena forma e il "ragazzo" del titolo, un ancora adolescente Nicholas Hoult capace di sottrarre la scena all’adulto, anche qui lasciandoci nel dubbio su chi dei due sia il vero protagonista. Consigliato a tutti coloro che credono nelle favole moderne e nelle prese di coscienza in tarda età. Sconsigliato ai detrattori di uno dei comici più occulti del cinema moderno.

 

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