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My Name Is Tanino

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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La recensione su My Name Is Tanino

di champagne1
6 stelle

Gaetano, alias Tanino, frequenta intensamente Francesco, l' amico comunista ortodosso, sin dalla infanzia, ma andare in America è uno dei suoi grandi sogni nel cassetto insieme con quello di incontrare il suo idolo Chinawsky, regista underground di culto.

Così, avendo conosciuto Sally, giovane turista americana in Sicilia con cui ha una piccola storia estiva e avendo fallito l'ultimo esame universitario che gli avrebbe permesso di evitare il servizio militare, decide di mettersi in viaggio per il mitico (?) Rhode Island alla ricerca della ragazza.

Viene così a contatto con la famigerata vita americana, una vita di "provincia" che forse è meno lontana di quanto credesse dalla vita del suo paese, Castelluzzo, e forse più noiosa. Conosce l'ospitalità della tipica famiglia americana borghese, ma si addentra anche - per quanto involontariamente - e fa precipitare il classico dramma borghese dell'infedeltà coniugale, anche qui con molte analogie rispetto alle reazioni sicule. Ma deve necessariamente rientrare nei ranghi ed essere riassorbito dalla comunità italo-americana del posto, con le sue tipiche - quasi caricaturali - reazioni collettive alle esperienze personali (la privacy, questa sconosciuta).

 

 

In tutte le peripezie che mano mano provoca, con la sua ingenua intenzione di restare se stesso e scegliere solo quello che desidera, riesce a salvarsi solo con la fuga: o virtuale (svenire nel momento clou) o  reale (evadere da un contesto sfavorevole). Finchè non arriva a conoscere il mitico regista Chinaski: ma anche qui - tra progetti di fare un film insieme e cene al pub - l'evoluzione degli eventi sarà diverso da quello desiderato...

 

 

Film gradevole e leggero, con un buon ritmo e qualche buona risata.

Il personaggio di Tanino è il tipico più che ventenne che non ha ancora risolto i tormenti adolescenziali (chi sono, cosa voglio, non voglio che mia madre vedova si torni a sposare, mi fa schifo la mia città, ...); mentre l'accenno al dramma mafioso, anche in rapporto alla morte del padre, forse è un po' forzata e fine a se stessa (qualche anno dopo, ci penserà Pif a creare uno sviluppo convincente in cui inserire dramma e commedia).

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