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My Name Is Tanino

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su My Name Is Tanino

di sasso67
4 stelle

"Permette? Rocco Papaleo" è un film del 1971 di Ettore Scola, nel quale Mastroianni interpreta un pugile fallito, sempre andato al tappeto, negli Sates per un incontro di boxe, che alla fine del film si tramuterà in un bombarolo. Tanino non arriva a tanto: il suo gesto di ribellione si limita ad una testata da football americano nella panza della fidanzata cicciona, figlia di un politicante d'origine italiana in odor di mafia. Tanino fugge su un treno merci come un hobo modello Woody Guthrie e arriva a New York, dove conosce lo scassatissimo regista Chinawsky, che gli muore quasi tra le braccia. Virzì rimastica stancamente i modelli della commedia all'italiana, filone "italiano all'estero": il già citato Rocco Papaleo (che è anche il nome di un bravo caratterista del nostro cinema), l'Alberto Sordi di "Fumo di Londra" (1966) o delle avventure svedesi, l'Italian Superman in Olanda di Paolo Villaggio in "Quelle strane occasioni" (1976).
Ci sono alcune cose interessanti, in questo film (e Corrado Fortuna, che secondo me somiglia davvero ad Aladdin, è un attore promettente), come le sequenze girate negli Stati Uniti - meglio di quelle siciliane, troppo caricaturali - con il ricevimento presso la famigliona d'origini italiane, la figura del regista male in arnese Chinawsky, evidentemente ispirata nel nome e nelle sembianze allo scrittore Charles Bukowski, oppure anche l'accoglienza ospitale ma ipocrita presso la famiglia di Sally. Illuminante, a questo proposito, la frase che il padre di Sally, tradito dalla moglie con il fratello, urla a Tanino, reo di avere scoperto la tresca, in fuga: «Mi hai rovinato la vita!», come se il colpevole fosse lui. Poco credibili sono alcuni spunti che Virzì poteva davvero risparmiarsi, come l'esame universitario, nel quale Tanino non riesce a citare un solo film di Fellini (e al suggerimento "Uno il cui titolo è un numero" risponde "Dodici"), oppure Tanino che sbarca negli States con la maglia rossa con su la scritta CCCP (Tanino sarà anche ignorante, come dice Mereghetti, ma non scemo fino a questo punto), oppure ancora il padre di Sally che grida a Tanino «Hands off Cuba!», ovvero "giù le mani da Cuba!": si riferisce al cane, è vero, ma il ribaltamento grottesco voluto da Virzì è palese.

Su Paolo Virzì

Dopo il quinto film lo si può dire: a Virzì non si può rimproverare niente dal punto di vista tecnico; il regista c'è e sa il fatto suo. Peccato che abbia veramente poco da dire.

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