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Ken Park

Regia di Larry Clark, Ed Lachman vedi scheda film

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La recensione su Ken Park

di FilmTv Rivista
8 stelle

Tre talenti bizzarri: Larry Clark, autore antihollywoodiano molto chiacchierato per la violenza dei suoi ritratti d’adolescenti (Kids, Bully); Harmony Korine, il regista di Julien Donkey Boy e Gummo; Ed Lachman, il direttore della fotografia che ha “studiato” con Nykvist, Storaro e Müller e poi ha lavorato per Wenders, Schrader, Bertolucci, Godard, Herzog. Hanno unito le loro forze e, partendo dai personaggi del lavoro di fotografo e cineasta di Clark, hanno costruito un film impressionante e intenso: Ken Park, amarissimo ritratto di cinque adolescenti di Visalia, una cittadina della California non distante da Los Angeles. Uno di quei suburbs piccolo-borghesi fatti di villette unifamiliari, serate davanti al televisore e scuole distratte che piacciono a Larry Clark. Solo che questa volta, prima dei ragazzi vengono i padri; e gli orrori trovano la loro radice, la loro spiegazione originaria. Shawn marina la scuola per andare a far l’amore con la mamma della sua ragazza, una bionda Barbie che lo usa come oggetto sessuale. Claude ha un padre palestrato che non sopporta la sua esilità e lo guarda con desiderio. Peaches ha un padre vedovo e fanatico religioso che, per mantenerla pura, dedice di “sposarla”. Tate vive con due nonni arzilli da cartolina che detesta. E Ken Park, che dà il titolo al film e lo apre e lo chiude, è quello che ha capito tutto, cioè che mai si dovrebbe far del male a dei bambini. Tra tutti i film di Larry Clark, Ken Park è il più sofferto, misurato, addirittura tenero, nel vuoto disperato e nella crudeltà strumentale che descrive. Persino il voyeurismo al quale l’autore si è forse troppo spesso abbandonato in passato qui ha una precisa ragione di esistere, e supera il compiacimento per diventare descrizione esistenziale. E la scena, verso il finale, nella quale tre dei ragazzi fanno l’amore insieme e parlano di un paradiso nel quale vivere soli, ha la tristezza quieta di un sogno irraggiungibile. Ed Lachman è anche il direttore della fotografia del sirkiano Lontano dal paradiso di Todd Haynes (presentato come Ken Park all’ultima Mostra di Venezia): sarà solo una coincidenza, ma i due film, nella loro distanza stilistica, sembrano le due facce dello stesso mondo senza scampo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 28 del 2003

Autore: Emanuela Martini

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