Regia di Larry Clark, Ed Lachman vedi scheda film
"Ken Park" sarebbe piaciuto, credo, al Lars Von Trier di "Idioti" (1998), e forse ancora di più al Vinterberg di "Festen" (1998, rispettivamente i film Dogma numero 2 e numero 1), di cui sembra voler rappresentare la versione americana. Avvicinabile anche, per sgradevolezza, alla "Pianista" (2001) di Haneke, "Ken Park" mette in scena il vuoto esistenziale di una generazione americana che, sotto le piacevolezze delle villette a schiera californiane, dietro al football, alle reginette di bellezza, alle ragazze pon pon, nasconde una totale assenza di valori, che si sfoga nella violenza familiare (qui l'omicidio di due anziani, gli unici due personaggi del film che si vogliono davvero bene, come, nelle cronache, le stragi a fucilate nei licei e nei campus universitari) e in una sessualità aggressiva ed eccentrica.
Se il film voleva essere una critica della società americana, fallisce il bersaglio per eccesso di grottesco degli obiettivi scelti (nel senso che i personaggi sono fin troppo caricati e le vicende troppo concentrate per costituire davvero un campione rappresentativo), ma come spettacolo di critica sociale ha un suo, seppur perverso, fascino. Quel che voglio dire è che il fotografo Larry Clark probabilmente fallisce il bersaglio che si era proposto, ma indubbiamente colpisce lo spettatore. Un film crudissimo, che non si/ci risparmia niente in termini di sessualità esplicita ed efferatezze assortite, pieno di difetti, ma con una sua particolarissima efficacia. Riuscito, a mio parere, soprattutto il personaggio di Claude (Jasso), che risulta quello più problematico e sincero.
Il film di Larry Clark e Edward Lachman comincia con il suicidio di Ken la Merda (il ragazzino che dà il titolo al film). Poi si passa alle vicende di Shawn, che si fa la madre della sua ragazzina del liceo; a quelle di Tate, maniaco ossessivo, che vive con i nonni un po' rincoglioniti; a quelle di Peaches, orfana di madre, che vive con il padre fanatico religioso e in sospetto d'incesto; infine a quelle di Claude, che subisce la presenza soffocante di un padre rude e macho (ma quanto lo sia veramente lo si vedrà alla fine).
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