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Secretary

Regia di Steven Shainberg vedi scheda film

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La recensione su Secretary

di Tarkus
8 stelle

Uscita da un istituto psichiatrico,in cui è stata giudicata idonea al reinserimento nella società, la giovane Lee Holloway, affetta da manie autolesioniste, risponde all'annuncio di un avvocato alla ricerca di una segretaria. Ottenuto il lavoro, si rende conto di aver trovato nel suo datore di lavoro E. Edward Grey l'uomo ideale, con cui potrà condividere la parte più recondita e vera della sua personalità, non senza complicazioni.

 

 

 

Piccolo gioiellino della sottoselva delle produzioni indipendenti statunitensi, vera rivelazione e meritatamente premiato al Sundance Festival 2002.

La regia mai invadente ed intenzionalmente scevra di ogni inutile manierismo con sottile ed evidente ironia, ma non per questo peccando di superficialità, tratteggia con notevole sensibilità l’universo della “sofferenza inascoltata”, sofferenza che conduce la protagonista in sentieri di elaborazione per cui il cerotto psicologico è la ritualità del dolore, vissuta in solitudine, intesa come ottundimento dell’ anima.

La sordità altrui decontestualizza la protagonista dal mondo, allontanandola da ogni rumore, da ogni colore ed infine da se stessa, finchè troverà chi saprà ascoltarla, decriptare la verità del suo universo in ogni sua piega, vedere colori che altri non potranno vedere, parlare linguaggi che altri non potranno interpretare in un climax di superba e sagace ironia, con il superamento del martirio della cosiddetta normalità, riconoscendosi, la coppia protagonista, vicendevolmente e rivalutandosi ai propri occhi.

L’attrice Maggie Gyllenhall ha il giusto talento ed una irresistibile ammiccante sensualità per interpretare un difficile personaggio sempre in bilico dal cadere facilmente nel grottesco o nel caricaturale, ma il risultato finale della rappresentazione, mai sopra le righe, rasenta la perfezione.

James Spader, finalmente sdoganato da una monoespressività recitativa con cui ha caratterizzato la sua precedente filmografia, seguendo la saggia direzione del regista Steven Shainberg, è l’ideale comprimario in questa splendida commedia dark in cui la dinamica d’incontri avviene secondo felici fraseggi erotici del corpo secondo un pentagramma di ardito romanticismo, che seppur scompagini gli aspetti convenzionali della love story tout court, sia la sfera della tenerezza che del desiderio restano invariati, lontani dalla morbosa aberrazione che il comune giudicare al riguardo sentenzia.

La coinvolgente colonna sonora firmata dal virtuoso compositore Angelo Badalamenti (autore di fiducia di David Lynch) impreziosisce questa piccola opera cinematografica che non smetterà di germogliarvi dentro, una volta che voi abbiate assistito alla visione, con l’affiorante consapevolezza che la risoluzione finale, quella vera, delle proprie problematiche è da ricercare nel viaggio dei propri sentieri da sempre e per sempre agitato da contraddizioni, desideri e pulsioni. 

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