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Possession. Una storia romantica

Regia di Neil LaBute vedi scheda film

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La recensione su Possession. Una storia romantica

di speedy34
6 stelle

Neil La Bute (il regista spietato della velenosa commedia "Nella società degli uomini"; l'indagatore degli intrecci ed intrighi di coppie insoddisfatte in "Amici & Vicini" e l'ironico fustigatore del grande sogno americano in "Betty Love") ritorna dietro la macchina da presa per dirigere l'adattamento cinematografico del libro di Antonia S. Byatt "Possession", un'infinita storia romantica, un thriller avvincente di sapienza letteraria e destrezza linguistica.

Se la scelta del suo nome (il regista è infatti noto per i suoi toni dissacratori e sarcastici) a molti estimatori del libro farà storcere il naso, magari avendo preferito alla regia un nome come James Ivory o Oliver Parker di più comprovata esperienza nelle storie in costume e dallo sguardo lucido e attento agli eventi e dinamiche comportamenteli dell'epoca, dovrà ricredersi assistendo ad un adatt amento fedele allo spirito ed atmosfere del libro.

D'altronde. come per i suoi film precedenti, sempre di lotta tra uomini e donne, siano essi dell'epoca vittoriana o nostri contemporanei, si tratta: i dialoghi fra i due sessi, chi ha il potere, chi comanda, cosa significhi fare sesso ed amare... questo è il campo d'indagine di Neil LaBute ! E di una indagine si occupano Roland Mitchell (l'attore feticcio del regista Aaron Eckhart), uno studioso del poeta Randolph Ash (Jeremy Northan), e Maud Bailey (la "solita" Gwyneth Paltrow) anche lei una studiosa ma della vita e delle opere della poetessa vittoriana Christabel LaMotte (Jennifer Ehle): quale il misterioso legame d'amore che ha unito segretamente i due poeti?

In un romantico viaggio tra presente e passato , smarriamo lungo la strada la poesia, le ricostruzioni ed i discorsi sulla società e la morale vittoriana di cui sono infarcite le oltre cinquece nto pagine del libro preferendo Neil LaBute concentrare il suo sguardo sulle dinamiche di coppia. E se sorprendentemente la storia d'amore tra i due poeti è molto più emancipata, appassionata e coraggiosa di quella odierna (LaMotte era una protofemmista e lesbica mentre Ash era regolarmente sposato!) anche il regista sembra prediligerla appassionandoci e coinvolgendoci maggiormente quando muove la sua macchina da presa , felicemente a suo agio, tra "pizzi e crinoline". Stancando invece e scivolando nelle più banali ovvietà raccontando la relazione dei due studiosi che tra problemi freudiani e ripicche infantili dicono poco sulla crisi d'amore dei nostri tempi.

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