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Insomnia

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Insomnia

di Immorale
9 stelle

Il detective Will Dormer sapeva di aver giocato a fare Dio: l’aveva fatto parecchie volte,  perché non poteva permettere che un  colpevole sfuggisse alla giustizia per mancanza di prove. E allora scelse, non ricordava precisamente quando,  di sostituirsi alla fallace giustizia terrena per correggere le cose e permettere che il giusto fosse almeno parzialmente ripagato e l’empio non trionfasse. Ma fare Dio può essere affascinante. Un Dio minore, certo, senza verità rivelate da scolpire nella pietra o catastrofici moniti da lanciare, ma dotato di una tenacia non comune. Che lègge dentro le persone. Che sa riconoscere un colpevole, quando lo vede. Limitato perché non possiede l’indifferenza divina alle faccende terrene. Stretto dai confini della propria mente, oltraggiabile quanto il suo corpo. Ma instancabile perché consapevole delle infinite curve della natura umana, contorte ma seguibili con il suo personale navigatore mentale arricchitosi oltremisura grazie ai 20 anni di lavoro quale detective della Omicidi di Los Angeles (riempie la bocca, eh ?). 20 anni a contatto con la feccia dell’umanità, comprendendo anche molti colleghi. Non si sfugge a Will Dormer. Nella città degli angeli tutti lo sanno. In un modo o nell’altro Will Dormer ti prenderà per farti pagare il fio delle tue colpe. Fare Dio può piacere, quindi. Beh, ma questo è un ammonimento, non ti sarai mica montato la testa, Will ? La tua essenza divina di serie B sta forse travalicando ? Stai perdendo il senso della misura ? Vuoi percorrere le strade assolate del mondo biascicando salmi con un cartello in mano e una croce nell’altra, saettando verbalmente le messi di gente sprovveduta che incontrerai sul tuo cammino ? No, non sarebbe il suo stile. Lui preferisce osservare gli animi dal basso, di lato o dall’interno, inizialmente senza sovrastarli ergendosi da uno stupido pulpito di presunte verità rilevate. La verità gli piace cercarla nelle piccolezze degli impercettibili (per gli altri) sentimenti umani. Già, il divertimento più grande che questa piccola divinità di periferia si concede sta tutto lì: godere della sicurezza esibita del colpevole di turno che mostra la sua facciata di rispettabilità o noncuranza mentre vede i cani sguinzagliati sulle sue tracce girare nel vuoto delle procedure investigative ufficiali; bearsi dell’attimo di cesura prima di affrontarli direttamente con una durezza tronituante che spazza via, ogni singola volta, la loro tranquillità. Gli cade la faccia, letteralmente. Dura un attimo ma lui riesce, ogni singola volta, a notare il cascame emozionale che spezza l’espressione facciale, che fa spazio alla consapevolezza che lo scontro sta salendo di livello e che la certezza di impunità non è più sicura. Se saranno fortunati, le prove raccolte basteranno per condannarli. Se saranno fortunati. Altrimenti il suo lavoro non sarebbe ancora finito. Will non pensava che una divinità potesse finire all’inferno. E poi, volendo dirla tutta, l’inferno, l’averno, il valhalla o come diavolo volete chiamarlo, se l’era sempre immaginato diversamente. Da film di serie B, complementare alla sua limitata essenza superiore. Fuoco e fiamme, quindi. Oscurità e pene infinite per l’eternità. Magari una di quelle punizioni apocalittiche tipo venir bruciato in una fornace per sempre. Oppure essere scorticato lentamente ogni singolo giorno della sua nuova eterna realtà. Insomma, non si aspettava tutta questa luce. La luce è sempre stata la summa della manifestazione divina. Splendente, poi, non con questa gradazione malata tendente al bianco che si insinua in ogni dove. Una luce aliena, inarrestabile. Non riesce a tenerla fuori né dalla sua stanza d’albergo né dalla sua testa. Perché, poi, la luce di Nightmute, Alaska, sfolgorante inferno in terra, dovrebbe fargli quest’effetto è un mistero. Iridescenza malsana, che toglie il sonno e rallenta le facoltà cognitive. Mai avuti problemi con la luce dell’east-coast. Una divinità minore balneare, ecco cos’era diventato. Insonne come quei ragazzotti che infestano senza sosta le notti californiane. Che teme il freddo come una vecchietta. Che non riesce a dormire per la troppa luce. E c’è ancora un assassino da catturare, prima della fine. Doveva resistere alla tentazione di mollare. Altro che crepuscolo degli Dei; alla fine, probabilmente, se ne sarebbe andato con una pennichella.             

 

La trama

Espiatoria.

Christopher Nolan

Ottima, uno dei suoi film migliori.

Al Pacino

Determinato.

Robin Williams

Diabolico.

Hilary Swank

Tenace.

Martin Donovan

Spaventato.

Maura Tierney

Ambigua.

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