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Dracula

Regia di John Badham vedi scheda film

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La recensione su Dracula

di Baliverna
8 stelle

Interessante versione del celebre mito, che a me è piaciuta, ma ha anche le caratteristiche per non convincere una fetta del pubblico.

Questo “Dracula” non sarà il migliore, ma è comunque un film con tutti i suoi pregi, anche perché interessante per l'ambientazione e le soluzioni visive.

La fotografia a colori sbiaditi – che potrebbe passare sulle prime per pellicola deteriorata – aggiunge a tutta la vicenda un'atmosfera inospitale e presaga di eventi infausti.

Comunque è abbastanza evidente che Badham dia alla nota vicenda del conte transilvano una lettura particolare, poiché vi inserisce la tematica dell'amore autodistruttivo di una donna per un uomo malvagio che vuole possederla e distruggerla, e qualche altra riflessione. Questa dinamica è abbastanza visibile nell'amore testardo di una delle due sorelle per Dracula, che da subito le se impone con il suo fascino oscuro e perturbante. Tra i due, più che un amore, nasce un rapporto malsano e perverso. È una dipendenza ipnotica da parte di lei, e la volontà di possederla, annullandone la volontà e trascinandola nell'abisso, da parte di lui. Il succhiare il sangue, e quindi la vita, da parte di Dracula, finisce per essere una metafora che va a pescare nello stesso ambito.

L'altro piano di lettura è che il maledetto conte incarna l'idea del Male assoluto, il quale assume via via nel corso del film connotati sempre più metafisici e preternaturali. Il film sembra suggerire che il Male assoluto sia quasi invincibile. E qui si allaccia il discorso della fede. Il crocifisso e l'ostia consacrata, infatti, paiono avere contro il mostro un'efficacia non proprio assoluta. E in ciò si intravvede un certo discorso sulla crisi della fede davanti alla tracotanza del male, forse concretizzato dallo sceneggiatore W. D. Richter.

Come già accennato, l'ambientazione e le soluzioni visive sono indovinate. Certe scene fanno proprio impressione, e non solo per quello che si vede: mi riferisco in particolare alla crisi di asma della vittima esangue, e quando i due impavidi visitatori delle grotte si imbattono nel cadavere ambulante della ragazza.... Immagini che impressionarono me bambino, quando lo vidi la prima volta in televisione.

Qualche snodo narrativo è tirato un po' via, come l'inizio dell'episodio delle grotte appena menzionato, con la porticina che si apre dalla bara (la spiegazione è un po' sbrigativa), oltre all'inseguimento finale. Ma la perfezione qui non la pretendiamo.

Assieme a “War Games” è, a parer mio, il migliore risultato di John Badham.

 

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